mercoledì 8 ottobre 2014

STRADE ROMANE ILLUSTRATE: INTRODUZIONE


                                   
                                        INTRODUZIONE

Inserisco, in questo blog, la serie   “Strade romane illustrate” composta da figurine di creta in  rilievo   su mattonelle, anch'esse di creta, alquanto irregolari e imbiancate, alte più o meno 16/17 cm. e larghe circa 7/8 cm. con allegate brevi schede cretastoriche. Questo  breve elenco si prefigge, nei limiti delle mie capacità espressive e divulgative, di fornire un aiuto nel ricordare, se occorre, l’ identità , sia figurativa che storica, delle illustri persone citate nelle targhe delle strade. Molto spesso  li si legge , infatti,  sbadatamente senza sapere chi siano, quando sono vissuti e che cosa abbiano fatto o quantomeno avendone una conoscenza solo stereotipata.  Comunque, per fare comprendere subito lo spirito libertario e giocoso,  che anima , almeno intenzionalmente ,  questa serie, dedico la prima mattonella cretastorica al grande e umanissimo rivoluzionario,  Errico Malatesta , a cui ogni tipo di  retorica  commemorativa avrebbe dato  parecchio fastidio.
 
ERRICO MALATESTA ( Santa Maria Capua Vetere 1853- Roma 1932). Fu uno dei principali esponenti della corrente antiautoritaria della Prima Internazionale e poi del movimento anarchico .  Partecipò a vari moti rivoluzionari , tra cui  quello del Matese nel 1877 e  della “Settimana Rossa” nel 1914. Si oppose energicamente alla Prima Guerra Mondiale e all’ascesa al potere del fascismo . Morì a Roma, dove, durante la dittatura fascista , fu confinato, sotto strettissima sorveglianza, nella sua abitazione al Trionfale in via Andrea Doria.   Si veda in questo blog il post a suo nome nella serie “anarchicini".                              
                                                                         



Nota: La targa “ Piazza  Errico Malatesta” non si trova a Roma, ma a Milano, e più precisamente, nella villa di Arturo Schwarz. Anche a Roma, a dire il vero, esiste  una " Via Errico Malatesta” ed è  vicina a Via Lenin . Un accostamento che dà da pensare se si tiene conto della risposta data da Errico Malatesta a coloro che, nel 1919, inneggiavano a lui, definendolo il “Lenin d’Italia” : “Se proprio mi volete bene, non desiderate che diventi il vostro tiranno”
 

lunedì 25 agosto 2014

STRADE ROMANE: LA REGOLA

REGOLA : Simbolo del rione Regola ,  (nome che deriva da  renula” ( = rena, sabbia, tipica del fiume Tevere )  è  un cervo rampante in campo turchino . 
 

 SAN PAOLO ALLA REGOLA : La via è dedicata all’apostolo Paolo  e  rinvia  alla credenza che egli abitò  in  questo luogo, durante il suo soggiorno a Roma, dove era giunto  per  appellarsi, dopo la sua prigionia  a Cesarea, in quanto cittadino romano, al giudizio dell’ imperatore . (cfr. Atti degli apostoli , 28, 16 ss.) .  Durante il suo soggiorno romano Paolo, tra l’altro, scrisse , secondo la tradizione, le lettere a  Filemone, ai  Colossei, agli Efesini  e ai Filippesi.       
                                                       
                                             



----------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 

                                                        
                                               QUARTIERE: LA  REGOLA

SAN SALVATORE IN CAMPO :  Il personaggio a cui si riferisce  la targa  è Gesù  nelle vesti specifiche del Salvatore. Nel rappresentarlo, prendendo spunto da un concetto alquanto personale di salvezza ,me lo sono immaginato nell’ atto di cacciare via i mercanti dal tempio . (cfr. Nuovo Testamento  : Matteo,  21, 12 ss.  ; Marco,  11, 15 ss. ;  Luca, 19, 45 ss. )
                                                               

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
                                                    

                             
                                                                            

REGOLA
SPECCHI :  Il nome di questa strada si riferisce alla famiglia  SPECCHI  ,  di cui un esponente di particolare rilievo fu l’architetto ed incisore ALESSANDRO SPECCHI  (1668-1729), autore di molte opere , tra cui Palazzo Pichini in piazza Farnese e il palazzo Marucelli in via Condotti.    Il nome della strada  mi ha suscitato l’ idea di due specchi ,  che riflettono l’immagine di un  uomo (forse un immaginario antenato della famiglia Specchi) col mantello rosso  e col cappello piumato.
Nota: Gli specchietti sono veramente due anche se nella foto  sembra che ve ne sia uno solo.



   

                                                         

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------                                                                             


       REGOLA
                          CATINARO :  artigiano medievale  che produceva catini.


 
                                                      

STRADE ROMANE: PIGNETO

            
    
                                                      QUARTIERE PIGNETO
BRACCIO DA MONTONE  ( Perugia  1368- L’Aquila 1424) : 
  Condottiero italiano , appartenente alla nobile famiglia dei Fortebracci di Montone. Ristabilì la fortuna della sua famiglia formando una compagnia d’armi , che pose al servizio  di diverse signorie del tempo. Divenuto famoso  riuscì ad annettersi, grazie alla sua perizia militare,  gran parte dell’Umbria e dell’ Abruzzo.  Fu anche  gran connestabile del Regno di Napoli e feudatario di Capua e di Foggia. 

 

                                                  
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
                                               
                                                    QUARTIERE PIGNETO
Giampaolo Manfrone detto FORTEBRACCIO (  Schiò ? 1441 ca.- Pavia  1527) : Condottiero, formatosi in giovane età nella scuola militare dei  bracceschi  fondata da  Braccio da Montone.  Combattè in numerose battaglie sino alla sua morte, in tarda età, durante l’assedio di Pavia.
 
                                                                                                                 
     


                                                   
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

                                                                                
                                                        QUARTIERE PIGNETO
Sebastiano Romanello  noto come ROMANELLO DA FORLI’ ( XV secolo – 1525) : Capitano di ventura  , che  partecipò insieme ad altri 12 cavalieri italiani alla “Disfida di Barletta” (1503), dove furono sconfitti 13 cavalieri francesi che avevano insultato gli italiani .  Combatté in numerose battaglie , tra cui quella di Ravenna del 1512. Morì nel 1525 .                                                                      

    

_____________________________________________________________________                                                      
                                                                   

QUARTIERE PIGNETO
Giovanni de Carlonibus detto BRANCALEONE DA GENAZZANO  ( morto a  Genazzano nel 1525): Pur non essendo certi del luogo e della data della sua nascita, è , comunque, indubbio il suo radicato legame  con la città di Genazzano,  dove , nei periodi in cui non era  in guerra,  visse e   morì.  Combattè in numerose battaglie al servizio dei Colonna, ma la sua fama è legata soprattutto alla sua partecipazione alla  “Disfida di Barletta” nel 1503. Per questa sua impresa i Colonna gli donarono la tenuta di Paliano.


                                               
                                             
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------


                                              QUARTIERE PIGNETO

 ETTORE FIERAMOSCA  (Capua  1476-1515) combatté per Ferdinando II d’ Aragona , re di Napoli, contro il re di Francia Carlo VIII . Partecipò in seguito a numerose battaglie nel corso delle guerre franco-spagnole sino  alla  disfida di Barletta, dove comandò vittoriosamente 13 cavalieri italiani contro tredici cavalieri francesi, prigionieri degli spagnoli, che li avevano insultati. Nella tradizione risorgimentale italiana, grazie soprattutto al romanzo “Ettore Fieramosca” di Massimo d’ Azeglio, fu assunto come simbolo delle virtù eroiche  italiane.
                                                                
      
                                    
                                           

  
            

STRADE ROMANE: TOR PIGNATTARA

                                                                            

                                          QUARTIERE  TOR PIGNATARA

GABRIO SERBELLONI  ( Milano 1508-  1580).  Capitano, architetto  e  ingegnere  militare.  Cugino del papa  Pio IV fu Gran Priore dell’Ordine di Malta .   Diresse i lavori per le fortificazioni di numerose città  e presentò un progetto per la fortezza di Tunisi.
                                                                           
                                        
                           
                                             

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------

                                                                     

                                        QUARTIERE  TOR PIGNATARA
BARTOLINO DA  NOVARA,  vissuto nella seconda metà del Trecento e nel primo decennio del Quattrocento. Morì, forse,  a Ferrara  tra  il 1406 e il 1410. Architetto e ingegnere militare. E’ dubbia la sua appartenenza al casato dei Pioti di Novara.  Fu al servizio degli Este di Ferrara,  dei Visconti di Milano e  dei Gonzaga di Mantova. Tra le sue opere militari particolarmente importanti  furono il castello estense tra il  1385 e il 1387 e quello di Mantova nel 1395. e il castello di  Finale sul Panaro , nel Modenese, nel 1402 e l’erezione di bastioni difensivi sul Po nel 1404. Si attribuiscono a lui anche le chiese di  di San Lorenzo di Mortara  e di Santa Maria delle Grazie a Mantova. 


                                                                                                            
                               
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 

                                     QUARTIERE  TOR PIGNATARA

Antonio Averulino  detto FILARETE ( = colui che ama le virtù), (  Firenze 1400- Roma 1469) . Scultore e architetto . Lavorò in diverse città tra cui  Roma, Firenze, Venezia  e Milano, dove ,  su incarico di   Francesco I Sforza   ,  costruì la torre principale del castello sforzesco e l’ Ospedale Maggiore.  Promotore della nuova architettura rinascimentale  espose  le sue idee nel  Trattato di Architettura, in cui  è contenuto anche il suo progetto di città ideale, da lui chiamata , in omaggio di Francesco I Sforza, “ Sforzinda”.


                                                                    
                                  

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 
 
                                           
                                                                              
                                                 QUARTIERE DI TOR PIGNATTARA

MUZIO ODDI ( Urbino 1569-  1639) . Ingegnere , matematico e capitano d’artiglieria in Spagna e in Francia.  Tornato in Italia  lavorò alla dipendenze del duca Francesco  Maria  II della Rovere , sino a quando, accusato ingiustamente di avere partecipato ad una congiura contro il duca , fu condannato a 9 anni di  prigione.  Dopo la sua liberazione  si trasferì a Milano, dove, tra l’altro, pubblicò  diversi suoi trattati scientifici. Infine tornò ad Urbino, dove morì. 




                                          

STRADE ROMANE: PRATI


                                                                                       
                                                        

GIUSEPPE MAZZINI  (1805-1872) : La sua vita , quanto mai coerente con i suoi ideali , è nota. Mi limito soltanto a evidenziare alcuni tratti della sua personalità e del suo pensiero.  Secondo lui la missione particolare dell’ Italia, attraverso la creazione di uno Stato Repubblicano Unitario e indipendente, consisteva nel  porsi a guida del movimento rivoluzionario europeo e alla fondazione degli Stati Uniti d' Europa.  Mazzini riteneva che tutte le nazioni fossero parti di una sola Umanità, (incarnazione divina) e che ogni popolo in collaborazione con gli altri doveva contribuire alla realizzazione finale  di un’ unione fraterna di tutti gli uomini.  Partecipò alla fondazione della I Internazionale, ma ne uscì  non condividendone l’ impostazione atea e socialista ,  e (nella sua versione bakuninista) federalista e astatalista

                                                        



----------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 
                                                                         

CIRO MENOTTI (1798-1931) Patriota e  liberale  democratico modenese. Già coinvolto nei moti del 1820-21, progettò , nel 1830,  insieme a Enrico Misley ed altri,   un’ insurrezione nell’Italia centrale. A tale programma sembrò aderire, motivato  da ambizioni di espansione territoriale, anche il duca di Modena, Francesco IV . Come è noto  il duca, poi, ci ripensò e fece arrestare preventivamente Ciro Menotti, e , poi, dopo la repressione per opera degli Austriaci dei moti del 1830-31, lo fece impiccare.  Ricordo anche  che Menotti, con un notevole anticipo, rispetto alla maggior parte dei patrioti italiani del suo tempo, aveva ben chiara, come meta finale,  la proclamazione di un’ Italia “indipendente, unita e libera”. Infine ho sentito dire che vi sono ancora famiglie  di Modena o originarie di Modena che conservano gelosamente frammenti di legno appartenenti alla forca sulla quale Ciro Menotti fu  impiccato.
 

     



------------------------------------------------------------------------------------------------------------
                                                                               
                                                                        

ELEONORA DE FONSECA PIMENTEL (1758-1799). Di origine portoghese, si  separò ancora giovane da un marito violento,  generale dell’esercito napoletano. Fu egualmente bene accolta alla  Corte di Ferdinando IV  e della regina  Maria Carolina grazie alla sua grande cultura, ispirata alle  nuove idee illuministe. Dopo l’avvento della Rivoluzione francese i contenuti libertari della filosofia illuminista  che prima erano  relativamente tollerati furono rigorosamente repressi e trovatole nel suo appartamento libri di Diderot e D’Alembert  Eleonora Pimentel fu arrestata. Liberata dalla sollevazione popolare  del 1799 e dall’arrivo dei francesi diventò, durante  il periodo della Repubblica Napoletana,  giornalista e direttrice  del giornale libertario “Le Moniteur”. Con il ritorno dei Borboni  fu condannata a morte  e  affrontò il patibolo con grande serenità e coraggio.



                                                                   


---------------------------------------------------------------------------------------------------------------
                                                                          


LUISA SANFELICE (  1764-1800), nobildonna napoletana, venne a sapere da un suo corteggiatore, il tenente filo-monarchico,  Gerardo Baccher,  che si stava preparando una congiura per rovesciare il regime repubblicano e informò di ciò , in via del tutto riservata, il suo amante repubblicano, Ferdinando Ferri,    perché si mettesse in salvo. Ferdinando Ferri ( o secondo un’altra versione ,Vincenzo Cuoco)  avvisò le autorità repubblicane e la congiura fu repressa.  Sebbene Luisa San Felice, convocata dal tribunale rivoluzionario si rifiutò sempre di fare i nomi dei congiurati, Baccher e i suoi complici furono arrestati e pochi giorni prima della caduta della Repubblica  vennero fucilati. La Sanfelice, senza che lei lo volesse, fu proclamata Madre della Patria e salvatrice della Repubblica. Quando il re Ferdinando IV e la corte riconquistarono il trono di Napoli,  la Sanfelice fu, per quell’episodio,  processata e condannata a morte.  Nonostante il vano tentativo di evitare la morte  fingendosi incinta, dopo un anno di carcere, fu decapitata.