venerdì 29 aprile 2011

ANARCHICINI: * CHARLOTTE WILSON (1854-1944 ), EMMA BROOKE (1844-1926)AGNES HENRY (1850-1915), EDWARD CARPENTER (1844-1929), I " THE NEW LIFERS" (1885-1900, OSCAR WILDE (1854-1900), WILLIAM MORRIS (1834- 1896) e ss.); LE " UFFRAGETTE", DORA MARSDEN (1882-1960), TOM KEELL (1866-1938)

                    






CHARLOTTE WILSON (1854-1944) .Charlotte Wilson preraffaelita anticonformista ed anarchica fondò nel 1886 assieme a Kropotkin la prestigiosa rivista inglese Freedom  e la diresse sino al 1895.
Nel primo numero di questa rivista mensile  è proprio Charlotte Wilson a scrivere un articolo con il titolo di Libertà, che mi  sembra ben esprimere  le idee e le finalità dell'intero gruppo redazionale, che, peraltro, restò sempre  aperto a tendenze e orientamenti non omogenei. ( cfr. brano)
Brano da commentare: “… Pertanto noi siamo anarchici, non crediamo nel governo dell’uomo  sull’uomo in qualsiasi forma e sotto qualsiasi  pretesto. La libertà umana a cui aspiriamo non è un’astrazione negativa della licenza dell’egoismo individuale, sia esso ammassato collettivamente come regola della maggioranza o isolato come tirannia personale. Noi sogniamo la libertà positiva che è essenzialmente tutt’uno con il sentimento sociale; libero sfogo  agli impulsi sociali, ora distorti e oppressi dalla Proprietà  e dal suo tutore la Legge; libero sfogo a quell’individuale senso di responsabilità, di rispetto per sé e per gli altri che è viziato da ogni forma di interferenza collettiva, dall’applicazione dei contratti  all’ impiccagione dei criminali; libero sfogo alla spontaneità e all’individualità di ogni essere umano, cosa impossibile quando una stessa linea di condotta è imposta a tutti. […] Noi crediamo che ogni essere  umano adulto sano possiede un diritto uguale e irrinunciabile a dirigere la sua vita con la luce della propria coscienza, con l’unica responsabilità di guidare la propria azione oltre che di formarsi  sue proprie opinioni. Inoltre, noi crediamo che il riconoscimento di questo diritto è premessa necessaria per un accordo volontario  razionale, unica base permanente di una vita armoniosa in comune. Pertanto, respingiamo ogni metodo di imporre il consenso giudicandolo di per sé un ostacolo alla efficace cooperazione e ritenendo lo come incentivo verso un sentimento antisociale.  Deprechiamo come un torto  alla natura umana , individuale e quella collettiva, ogni uso della forza allo scopo di costringere altri; ma affermiamo il dovere sociale di ciascuno di difendere, con la forza, se necessario, la propria dignità di essere  umano libero e la pari dignità altrui, da ogni forma di insulto e di oppressione. …” ( Charlotte M. Wilson, Libertà,  in Freedom, vol. 1, n. 1, ottobre 1886 )
Bibliografia: in Selva Varengo, Pagine anarchiche, Pëtr Kropotkin e il mensile Freedom (1886-1914), Biblon Edizioni, 2015, pp. 133-134  
 Assieme alla sua grande amica EMMA BROOKE (1844-1926) nota scrittrice di romanzi, tra cui il più famoso fu A Superfluous Woman . Charlotte Wilson tentò, tra l'altro, di porre le basi per un anarchismo etico, fondato, in particolare, su una radicale  emancipazione  della donna e su un nuovo modo di vivere (new life" ).
Brano da commentare: " .. Miss Brooke e Mrs Wilson furono attive anche nel "Men and Women's Club ", un gruppo che rifiutava consapevolmente la base evangelica della moralità vittoriana e considerava i rapporti personali " dal punto di vista storico e scientifico in quanto distinto da quello teologico."[...]  Per esempio Miss Brooke insisteva sulla realtà della sessualità femminile, affermando che nei rapporti sessuali i problemi derivano dal fatto che l'intera responsabilità della gravidanza ricade sulle donne. Gli uomini si facevano una falsa immagine delle donne, che era emblematizzata dall'ideale della madonna e del bambino. Le donne apprezzano il sesso tanto quanto gli uomini e anche gli uomini desiderano i figli come le donne. L'unica differenza di spicco è che le donne patiscono i tormenti del parto e gli uomini no. Perciò mentre le donne cercano disperatamente di evitare le gravidanze continue mediante la castità, il ricorso a freni inibitori e così via, gli uomini disprezzano l'autocontrollo e costringono le donne ad avere un figlio dopo l'altro, privandole in questo modo del controllo sul proprio corpo. Miss Brooke raccomandava ad entrambi i sessi di esercitare l'autocontrollo, per assicurarsi che le gravidanze avessero luogo solo quando c'era l'amore accompagnato dal dovere e solo in quelle circostanze  che permettessero alle donne di conservare le forze necessarie per crescere i loro figli...." (  Mark Bevir, La nascita dell'anarchismo etico in G.B. )
Bibliografia: Mark Bevir, La nascita dell'anarchismo etico in G.B. in Rivista storica dell'anarchismo  n. 
1 2000 p. 64

Questa delicata e , per quei tempi, avveniristica  tematica “femminista” si ritrova anche in numerosi articoli  della rivista Freedom e tra essi uno dei primi fu  Socialismo e sesso pubblicato  senza il nome dell’autore nel  1887.
Brano da commentare: “ … Senza dubbio la maternità è una funzione sociale che richiede un’adeguata remunerazione da parte della comunità, senza dubbio a determinate condizioni la questione della popolazione invita a una seria  attenzione; ma in una società socialista libera non è probabile che non vi sia nemmeno l’ombra di una scusa per intrattenere un’idea così  ripugnante come quella dell’ interferenza  positiva e attiva del pubblico  - “ lo Stato” in una materia così personale e delicata? Chiunque abbia studiato i sentimenti delle donne su questo tema ammetterà che è a dir poco estremamente improbabile che un gran numero di esse, in condizioni di libertà economica e sociale, insisterebbe nel fare una dozzina, o anche  una mezza dozzina, di bambini. La maggior parte si accontenterebbe di farne due o tre; e il piccolo numero di coloro che desidereranno soddisfare gli impulsi materni più ampiamente sarebbe controbilanciato da un’ altra minoranza che preferirebbe non avere del tutto figli.  La maggior parte delle donne oggi si sposano  in un’assoluta ignoranza della fisiologia; questa ignoranza è favorita dalla nostra morale corrotta come  salvaguardia di “virtù” , cioè sottomissione irragionevole e autorepressione.  Di conseguenza le donne  accettano un numero  illimitato di bambini come “volontà di Dio” , senza permettere alla propria ragione, o anche alla propria sensibilità, qualsiasi ruolo nella questione. Una  condizione di cose già indebolite e che poco probabilmente sopravviverà  alla fine schiavitù delle donne. …” ( Socialismo e sesso , pubblicato senza nome dell’autore in Freedom, vol. 1, n. 7, aprile 1887)
Bibliografia: in Selva Varengo, Pagine anarchiche, Pëtr Kropotkin e il mensile Freedom (1886-1914), Biblon Edizioni, 2015, pp. 143 


EDWARD CARPENTER  (1844-1929) Questa delicata,  e per quei tempi avveniristica,    tematica "femminista" Scrittore e poeta inglese, cofondatore della Fabian Society  e uno dei promotori  diel movimemto di liberazione omosessuale  e dell’anarchismo etico, che come si è visto, trattando di Charlotte Wilson,  propagandò  e cercò  di realizzare un  nuovo “stile di vita”  (New Life).  Ispirata alle sue idee e al suo esempio di vita sorse la Comunità di Norton  Hall, nei pressi di Sheffield, dove ci si specializzò  nell’ orticultura,  nella coltivazione dei fiori e persino nella fabbricazioni di speciali e confortevoli sandali.   Nella società puritana vittoriana, in un clima  di perenne  “caccia alle streghe”,  che ebbe il suo culmine col processo  contro Oscar Wilde,  Carpenter  convisse felicemente  per ben trent’anni con  George Merril e al loro amore si ispirò  Edward Morgan Foster per il suo romanzo Maurice.  Tra le poesie scritte da Carpenter mi limito a citare :  Love's Vision . (cfr. poesia da commentare.)
Poesia da commentare:   “ At  night in each other’s arms, / Content, overjoyed, resting deep deep down in the darkness, / Lo! The heavens opened and He  appeared  -/ Whom no mortal  eye may see, / Whom no eye clouded with Care, / Whom none who seeks after this or that , whom none has not escaped from self.  / There- in the region of Equality, in the world of Freedom no longer limited, / Standing as a lofty peak in heaven above the clouds, / From below hidden, yet to all who pass into that region most cleary visible- He the Eternal appeared . “ ( Edward Carpenter,  Love’ s Vision )
Bibliografia:  Edward Capenter, Love’s  Vision in   http: //poetry-archive.com/c/loves_vision.htlm

Sull’  “ amore omogenico,” termine che   Carpenter  preferiva a quello di “omosessualità”,  egli scrisse  numerosi saggi.   . Convinto  , in sostanziale  sintonia  con quanto su questo fenomeno sosteneva il suo amico e sessuologo HAVELOCK ELLIS, che questo tipo  di amore fosse un qualcosa di congenito  e non una malattia  o una perversione  Carpenter ipotizzò una interessante teoria espressa nel suo saggio “ Tipi intermedi tra i primitivi “ , in cui si riteneva che oltre  a una caratterologia  individuale maschile e femminile, cosiddetta “normale”   erano emersi   nel corso della storia dell’evoluzione   umana,  caratteri intermedi ,  sia maschili che femminili, a cui corrispondevano , tra lì altro, svariate funzioni e ruoli  sociali. (cfr. brano) 
Brano da commentare: “ … Nelle società primitive gli uomini (quelli normali) sono guerrieri e  cacciatori: Le donne (quelle normali) attendono ai lavori domestici e all’agricoltura, e passano i loro giorni in queste attività. Ma nell’evoluzione della società, ci sono molte più funzioni da essere rappresentate che quelle semplici appena menzionate. I a pensare che, non fosse stato per l’emergere di tipi intermedi, cui è l’uomo più o meno femminile e la donna più o meno maschile, forse la vita sociale non sarebbe mai avanzata al di là della sua fase più primitiva. Ma quando arrivò l’uomo che non voleva combattere, che forse aveva più la tendenza a svignarsela, e che non amava così tanto la caccia, questi scoprì necessariamente altri interessi e occupazioni, componendo canzoni e osservando la qualità delle erbe o il susseguirsi delle stelle. Gli uomini non guerrieri e le donne non domestiche cercarono nuovi sfoghi per le loro energie. Cercarono occupazioni diverse da quelle dell’uomo ordinario, come fanno oggi. E così divennero gli iniziatori di nuove attività: studiosi della vita e della natura, inventori e insegnanti delle arti e dei misteri, maghi (come volevano essere considerati) e stregoni. Divennero indovini e vedenti, o rivelatori di dei e religioni. Divennero uomini-medicina e guaritori, profeti e così, alla fin fine, misero le fondamenta del sacerdozio, della scienza , della letteratura, dell’arte.  ….”  (Carpenter , Tipi intermedi tra i primitivi (estratto)
Bibliografia: in  http://www.culturagay/.it/documento/6 

 
                  
 Con  l’appellativo di  “the new lifers  intendo quegli anarchici anticonformisti, che , proprio come Charlotte Wilson, Emma Brooke ed  Edward Carpenter,  verso la fine dell secolo XIX, in Inghilterra,  si proposero di vivere  in modo  alternativo  alla morale vittoriana. Il termine si riferisce in parte alla “Fellowsship of the new life”, nata originariamente come gruppo di discussione, fondato da THOMAS DAVIDSON , che  si prefiggeva di creare una nuova etica e una nuova sensibilità di fronte a problemi come l’emancipazione delle donne, l’educazione dei bambini, il sesso,  il rapporto con l’ambiente,  i diritti degli animali ecc. Ne fecero parte , tra gli altri , HAVELOCK ELLIS (1859-1939),  EDITH LEES ELLIS  (1861-1916) e l'anarchica AGNES HENRY.    Con l’arrivo di  Kropotkin in Inghilterra e poi con la diffusione  del pensiero di Tolstoj sempre più furono gli anarchici che vollero sperimentare queste nuove tematiche, anche nella pratica, e che , pertanto,  dettero vita a delle colonie ( o comunità)  anarchiche aggiungendosi a quelle  già esistenti, per es. la  famosa  Fellowship House a Bloomsburry, dove abitava , tra gli altri, Agnes Henry sino alla sua chiusura nel 1892.  Nel 1895 fu fondata dai seguaci di Kropotkin  la Colonia di Clousden Hill.  Subito dopo seguì quella di Norton Hall che si ispirava al pensiero di Edward Carpenter. Nel 1896 fu fondata una colonia tolstoiana a Purleigh, Essex, da cui poi derivò, in seguito a una scissione , la Colonia di Whiteway nel Gloucestershire, la quale fu una delle poche che sopravvisse    nel secolo successivo. Oltre a queste comunità prevalentemente rurali  ne sorsero anche di urbane o quasi urbane. Famosa fu  la Marsh Hous costituita nel 1915  a Bloomsburry dove vissero LILIANA WOLF (vedi il post a suo nome) TOM KEEL,  JIM  e  NELLIE DICK  ed altri.  
Brano da commentare: “ Fare tutto il possibile per ridurre il lavoro domestico al minimo minimo…. Misure per ridurre il più possibile l’incredibile mole di lavoro che le donne  passano inutilmente  nell’allevamento dei bambini, così come nel lavoro domestico, sono…. essenziali per il successo della comunità non meno della corretta disposizione nei campi, le serre e le macchine agricole, Anzi ancor più .” ( consiglio dato da Kropotkin  ai coloni di Clousden Hill )
Bibliografia: in un articolo  di Judy Greenway Workhouse p.3  trovato su Internet in inglese
Agnes Henry, definita da Max Nettlau come una " vively little lady", nacque nel Tipperary , una regione irlandese. Fu particolarmente interessata   sia sotto il profilo teorico che quello pratico, all'età infantile, da lei giudicata  naturalmente "anarchica" e insegnò, adottando metodi libertari,  in un asilo a Trinidad.  Collaborò anche con diversi articoli,  sulla rivista anarchica inglese  Freedom. Viaggiò in Italia dove venne a contatto con numerosi anarchici, tra cui Errico Malatesta e  Francesco Merlino. Sostenitrice, assai attiva, della “Fellowsship of the new life”, partecipò all' esperimento di vita in comune , che si ispirava ai principi di quell'associazione,  al  29 Doughty Street, vicino a  Macklenburg Square,  Bloomsburry, di cui si è già accennato prima. Un tratto caratteristico  di questo esperimento erano i pasti in comune, dove , si dice, che Agnes Henry , approfittando che erano tutti riuniti, pungolasse senza sosta  gli altri della comune  a discutere di anarchismo. Era spesso  presente  a queste discussioni , nel periodo in cui si trovava in Inghilterra, anche Errico Malatesta. Nel 1892 Agnes Henry fu una delle insegnanti e promotrici, assieme a  Louise Michel (cfr. post a suo nome) , della  “International School  al  19  Fitzroy Square, per i figli degli esiliati politici (soprattutto francesi e italiani)  gestita da un Comitato, in cui per quanto mi risulta,  vi erano, tra  altri,  Piotr Kropotkin, Errico Malatesta e William Morris) . In questa scuola si insegnava, praticando una didattica libertaria e adogmatica,  scienze , musica, disegno, danza, canto etc.  Purtroppo  quest’ importante esperimento educativo, davvero pionieristico nel campo pedagogico,  dovette cessare nel 1893 in seguito a  una trama poliziesca messa in atto da alcuni infiltrati, che introdussero, al momento opportuno, alcune bombe  nella cantina della scuola. All’inizio del novecento, Agnes Henry aderì al Partito  Laburista Indipendente, senza però voler rinunciare  a dichiararsi anarchica. Nel 1912 fu una delle principali  animatrici della campagna di mobilitazione popolare contro il decreto di espulsione di  Errico Malatesta  dall’ Inghilterra.  
 Brano da commentare: “  La completa istruzione dei bambini e la loro educazione devono fondarsi sullo sviluppo scientifico della ragione, non su quello della fede; sullo sviluppo della dignità personale e sull’indipendenza, non su quello della pietà e dell’obbedienza; sul culto della verità  e della giustizia ad ogni costo, e soprattutto sul rispetto dell’umanità, che deve sostituire sempre e comunque il culto della divinità […] Qualsiasi istruzione razionale è in fondo nient’altro che questa progressiva immolazione dell’autorità a beneficio della libertà, obiettivo finale dell’istruzione  necessariamente presente per la formazione di uomini liberi, pieni di rispetto e amore per la libertà degli altri”  ( Opuscolo di presentazione della “International School "  del  1892 )
Bibliografia: in  Francesco Codello “La buona educazione. Esperienze libertarie e teorie anarchiche in Europa da Godwin a Neill Franco Angeli, 2005 p. 469
                                                                                 


OSCAR WILDE (1854-1900). Scrittore inglese, nato e cresciuto a Dublino, figlio di una poetessa,  studio a Oxford e poi si recò a Londra, dove ottenne presto.. un grande successo letterario e drammaturgico.  I suoi lavori teatrali sono ancora oggi rappresentati in tutto il mondo.  Molto famoso è  anche il suo romanzo Dorian Gray”.  Nel 1895 subì un processo e la condanna per omosessualità a due anni di lavoro forzato. Durante la prigionia scrisse De profundis    e la  Ballata del carcere di Reading : Dopo avere scontato la pena si rifugiò a Parigi dove morì in miseria nel 1900. Di alto contenuto sociale è  il suo breve saggio “ L’anima dell’uomo sotto il socialismo”, dove sostenne che solo nel socialismo antiautoritario , dopo l’abolizione della proprietà privata, tutti gli “individui” potranno  realizzarsi pienamente e  portare , a compimento tutte le loro grandi  potenzialità, artistiche, morali  ecc.  (cfr. brano) 
Brano da commentare:    … Il socialismo , il comunismo, o in qualsiasi altro modo si preferisca chiamarlo, convertendo la proprietà privata in ricchezza pubblica e sostituendo alla competizione la cooperazione, ricondurrà la società alla sua peculiare condizione di organismo interamente sano e garantirà il benessere materiale di ogni membro della comunità. Esso darà, sul serio, alla vita fondamento e ambiente appropriati. Ma, affinché la vita raggiunga il pieno sviluppo della sua più elevata perfezione, è necessario anche qualcosa d’altro. Ciò che è necessario è l’individualismo. […]    Se il socialismo sarà autoritario; se vi saranno governi armati di potere economico come oggi lo sono di potere politico; se, in una parola, avremo delle tirannie industriali; allora per l’uomo quest’ultima condizione sarà peggiore della prima. […] E’ chiaro, allora, che nessun socialismo autoritario potrà farcela.  Perché mentre con l’attuale sistema un numero considerevolissimo di persone può condurre la vita con una certa quantità di libertà, di espressione, di felicità, con un sistema da caserma industriale o di tirannia economica, nessuno riuscirebbe ad avere neppure questa libertà.  E’ deplorevole che una parte della nostra comunità sia ridotta praticamente in schiavitù ma proporre per risolvere  il problema di schiavizzare la comunità intera è puerile .  Ciascun uomo deve essere lasciato del tutto libero di scegliere il proprio lavoro. Su di lui non deve essere esercitata nessuna forma di costrizione. Altrimenti, il suo lavoro non sarà buono per lui, non sarà buono in sé e non lo sarà per gli altri. E per lavoro intendo semplicemente qualsiasi tipo di attività. […]    Ma debbo confessare che molte delle idee socialiste che ho avuto modo di esaminare, mi sembrano contaminate da idee autoritarie, se non di effettiva coercizione. Naturalmente , autorità e coercizione son fuori discussione . Ogni associazione deve essere del tutto volontaria. E’ soltanto nell’associazione volontaria che l’uomo si dimostra valente.  [….] Ma ci si può domandare in che modo l’individualismo, che più o meno per il suo sviluppo dipende dall’esistenza della proprietà privata, beneficerà  dell’abolizione di tale proprietà privata. La risposta è molto semplice. […] Ne beneficerebbe in questo modo. Con le nuove condizioni l’individualismo sarebbe assai più libero, molto più bello e molto più intenso di quello di quanto sia oggi.   [….] Perché il riconoscimento della  proprietà privata ha realmente  nuociuto all’individualismo e lo ha  offuscato confondendo l’uomo con quello che possiede. Così l’individualismo è andato completamente fuori strada: per scopo si è dato il guadagno non il progresso.  Di conseguenza, l’uomo ritenne che fosse importante l’avere, ignorando che invece era l’essere. La vera perfezione dell’uomo consiste non in ciò che egli ha , ma ciò che egli è. La proprietà privata ha frantumato il vero individualismo, sostituendolo con un individualismo falso. Ha impedito a una parte della comunità di essere individuale affamandola. Ha impedito all’altra parte di essere individuale ponendola sulla strada sbagliata e  ostacolandola. In verità , la personalità dell’uomo è stata a tal punto assorbita dal possesso che la legge inglese ha sempre trattato con maggiore severità le offese contro la proprietà che quelle contro la persona, e la proprietà è sempre il metro di valutazione  per la perfetta cittadinanza …” 
Bibliografia:  Oscar Wilde , L’anima dell’uomo sotto il socialismo  , Feltrinelli, 2005  pp . 157, 159, 163, 165.
                                                                             
       WILLIAM MORRIS (1834- 1896) Nasce a  Waltastowe nel 1834, da una famiglia  agiata. Studiò a Oxford   dove conobbe  Edward Burne Jones e  tramite questi   Dante Gabriele Rossetti. Nel 1859 sposò Jane Burden  e andarono a  vivere a  Bexleyheath nella  “Red House”. Nel 1861 fondò la ditta Morris,  Marshall & Faulkner specializzata in arredamenti, carte da parati, ecc. Durante la lunga relazione di Dante Gabriele Rossetti con Jane Burden , Morris, riuscì a sopportare questo dolore  grazie all’affetto ed amicizia di Giorgiana Macdonald, moglie di Burne Jones, che  ave fosse infastidito per la mancanza di qualsiasi espressione creativava , in quegli anni,  una  appassionante storia d’amore con la sua modella, Maria Zambaco.  La storia di questi intricati turbamenti sentimentali è descritta dallo stesso  Morris in Love is Enough (1873). William Morris fu anche poeta e scrittore molto  impegnato sul piano sociale e culturale. Fondò  nel 1884 la “Socialist League” e nel 1890 scrisse  il suo famoso libro “Notizie da nessun luogo”  di cui  Maria Luisa Berneri sottolinea le differenze con  altre opere utopistiche  (cfr. brano)
Brano da commentare: “ La maggior parte degli scrittori utopistici ipotizzava anche che la felicità dell’uomo consistesse nel vivere in una società  ben regolamentata che provvedeva per tutte le loro necessità . Non sembra che scorgessero il pericolo che l’uomo fosse infastidito per la mancanza di qualsiasi  espressione creativa; William Morris cercò di trovare una garanzia per la felicità dell’umanità nel lavoro, che diveniva il mezzo per soddisfare l’impulso creativo dell’uomo. Nella sua società ideale, la maggior parte del lavoro è divenuta una specie di attività artistica, ma non si arrivò a questo punto immediatamente : “ Il piacere dell’arte o del lavoro,, come lo si dovrebbe chiamare, spuntò quasi immediatamente a faticoso e tremendo superlavoro, a fare meglio possibile col lavoro in mano, per renderlo eccellente nel suo genere; e quando così era stato per un po’, un desiderio di bellezza sembrò ridestarsi nelle menti degli uomini ed essi cominciarono rozzamente e in modo malaccorto a decorare i manufatti che essi producevano; e quando si misero a far funzionare tale sistema, esso ben presto cominciò a crescere ……. Così finalmente e  a lenti passi noi prendemmo piacere  al nostro lavoro: allora diventammo consapevoli di quel piacere e lo coltivammo e ci prendemmo cura di averne quanto basta; e allora tutto mutò e fummo felici”.  ( tratto da un brano   citato da Maria Luisa Berneridi  William Morris  in “ Notizie  da Nessun Luogo ,  citato  da Maria luisa Berneri )
Interessante è anche un brano di Notizie  da Nessun Luogo, ove si parla dell’inutilità  nella sua società ideale di  leggi  penali e  ciò anche nel caso di reati  contro le donne per motivi di gelosia.  (cfr. brano) 
Brano da commentare:  “ …. “ Un certo numero di atti di violenza era inoltre dovuto alla perversione artificiale dei desideri sessuali che suscitava delle gelosie assurde  insieme con numerose altre conseguenze negative. – In realtà alla base di queste c’era l’idea sancita legalmente, che, la donna fosse di proprietà dell’uomo, marito, padre, fratello che fosse. Anche quest’idea è scomparsa insieme con la proprietà privata. Le stesse idiozie sul “disonore” della donna che, al di fuori dei legami legali , avesse seguito le sue tendenze naturali erano solo delle convenzioni basate sulle leggi che tutelavano la proprietà privata.  Un’altra causa di violenza, strettamente legata alla precedente, era la tirannia familiare che , un tempo, è servita  di argomento per tanti romanzi e racconti e che nasceva anch’ essa dall’esistenza della proprietà privata. Oggi tutto ciò è scomparso completamente, poiché la  famiglia vive unita non da obblighi sociali o legali, ma dall’amicizia e dall’affetto reciproci e tutti sono padroni di andare o venire liberamente . …. ( William Morris, Notizie da nessun luogo )
 


DORA MARSDEN (1882-1960): attivista femminista e , scrittrice inglese . Il padre, imprenditore tessile,  abbandonò la famiglia e lei, in aiuto della madre che dovette per mantenere la famiglia lavorare come sarta, iniziò a lavorare come tutrice già a 13 anni. A 18 anni  divenne insegnante  e aderì , assai presto, al  Women’s Social and Political Union (WSPU), fondato da EMMELINE PANKHURST  (1858-1928 ) nel 1903.  
                                                                                  

Il fine di questa organizzazione  consisteva  principalmente nell' ottenere il diritto  al voto alle donne  e per tale motivo le sue seguaci venivano chiamate “suffragette “ o più correttamente “suffragiste “  . Ciò che comunque distingueva , in Inghilterra,  questo movimento  era   la radicalità delle loro azioni  e delle loro  forme di lotta, introdotte soprattutto dalle figlie di Emmeline Pankhurst, CHRISTABEL  (1880 -1958) e SYLVIA (1882-1960) . (cfr. brano)
Brano da commentare:  “ In quell’epoca  le suffragette britanniche erano alla testa del movimento femminile internazionale; per azioni e forme d’organizzazione (anche se non necessariamente nel programma) erano molto più radicali delle organizzazioni femminili socialdemocratiche. Utilizzavano l’azione diretta con la stessa forza dei sindacalisti rivoluzionari e la loro  concezione di  partecipazione attiva preannunciava già le organizzazioni dei “rivoluzionari di professione”. Potevano sempre contare  su centinaia di donne sconosciute – per lo più della classe lavoratrice – che erano  bersaglio delle manganellate della polizia, delle campagne diffamatorie dei giornali e andavano a finire in prigione. Qualche volta queste “scatenate” attraversano periodi di privazioni e miseria; dedicavano tutto il tempo alla lotta ,  viaggiavano per il paese e andavano ovunque ci fosse bisogno di loro” (  Josè Gutiérres Alvares – Paul B. Kleiser,  Le sovversive )
Bibliografia:  Josè Gutiérres Alvares – Paul B. Kleiser,  Le sovversive,  erre emme, 1995, p. 159
 Dora Mardsen , nel 1909    fu arrestata,  durante uno scontro tra  donne , che erano appena uscite dalla Caxton Halle, dove si era svolta una conferenza sui diritti delle donne, e la polizia .  Nel processo che seguì all'arresto fu condannata insieme ad altre sei compagne, al pagamento di una  multa o  a un mese di  prigione. Tutte scelsero la prigione.   Per  la sua  determinazione e fierezza,  mostrate  in quella occasione, Dora Mardsen divenne famosa  tra le sue compagne  ed elogiata dalla stessa Emmeline Pankhurst.  Nel 1911, tuttavia,  assai critica nei confronti del centralismo, sempre crescente,  di quell’organizzazione , la lasciò e fondò, insieme ad altre compagne,  la Women’s Freedom League  e il  loro giornale, The Freewooman”, dove rifiutando come fine il diritto politico al voto, ritenuto  inadeguato ai fini di una effettiva emancipazione della donna,  si affrontavano temi, per quei tempi scandalosi, quali l’amore libero (incluso quello omosessuale) , il diritto  di autodeterminazione del proprio corpo etc.  (cfr. brano)
Brano da commentare: “ La nostra rivista sarà diversa dalle attuali riviste settimanali dedicate alla libertà delle donne. Queste si basano infatti su una libertà che viene dall’esterno. Si occupano di qualcosa che le donne possono acquisire. Noi però siamo soprattutto interessate a ciò  che le donne possono divenire. Il nostro interesse è la Donna libera in sé, la sua filosofia, la sua psicologia, la sua moralità e le sue conquiste, e solo in secondo luogo la sua politica e l’economia. Sarà nostro compito fare chiarezza sul fatto che tutta la disputa intorno alla libertà delle donne si fonda su considerazioni spirituali e deve perciò essere risolta su questa base. Se le donne sono libere spiritualmente , tutto il resto deve essere misurato su questo fatto, e ciò sia per quel che riguarda il corpo, la casa, la società, che per ciò che riguarda l’economia e la politica” ( Dora Marsden nel primo numero di The Freewoman, 23 novembre 2011)
Bibliografia: in Lorenzo Pezzica, ANARCHICHE. Donne ribelli nel Novecento , Shake edizioni 2013 p. 56
 La rivista cambiò, nel tempo, nome: The  New  Freewom e infine “The Egoist”.   Notevole fu  l’influenza sulla Marsden, che amava definirsi “  femminista egoista”, del pensiero di MAX STIRNER,  tornato in auge grazie all’ opera di  J. H. MACKAY. Il libro di Stirner, L’ Unico  fu definito dalla Mardsen “ Il libro più potente che una singola mente umana abbia mai prodotto”. Ebbe anche stretti rapporti coi pensatori individualisti americani, tra cui soprattutto BENJAMIN TUCKER  (cfr. post su…) . Nel 1914 lasciò la direzione della  rivista “The Egoist” al poeta americano EZRA POUND, che la trasformò in una rivista letteraria e alquanto reazionaria. 
                                                                                   
                                                    TOM KEELL E LILIAN WOLFE
THOMAS KEELL (1866-1938).  Militante inglese anarchico lavorò come tipografo in due giornali : Freedom e Voice of Labour e ne divenne uno dei principali redattori, svolgendo infine anche il ruolo di editore.  Nel 1907  Tom Keell assistette al Congresso Anarchico Internazionale d’ Amsterdam ,  dove conobbe Emma Goldman , di cui fu sincero amico anche anni più tardi quando  fortemente delusa dall’ esperienza russa  si stabilì per un certo periodo  in Inghilterra  e la sosterrà, insieme ad altri  (non molti) compagni inglesi, nella sua propaganda, aspramente contestata negli ambienti di sinistra di allora,  contro la dittatura comunista. E’ da ricordare inoltre che  nel 1915 di fronte alla decisione di Kropotkin,  principale fondatore insieme a Charlotte Wilson  ( cfr. post  CHARLOTTE WILSON)  del mensile  Freedom    , di    sostenere la guerra delle forze della Triplice Intesa , contro  gli Imperi Centrali sulle pagine di quel giornale,  fu Tom Kelly, nel suo ruolo di direttore e editore di “Freddom” all’interno di questa rivista ad  opporsi ,  coadiuvato tra gli altri redattori anche dalla sua compagna LILIAN WOLFE (cfr. post ANARCHICI INGLESI, COLIN WARD ….) ad opporsi, senza esitazioni,  a tale tentativo. Nacque una scissione tra interventisti ed anti-interventisti   ( cfr. post  LA GUERRA MALEDETTA) e furono questi ultimi guidati da Tom Kelly a prevalere, anche se con molto dolore a causa della  profonda devozione nei confronti di  tutto quello che  Kropotkin avesse sempre rappresentato  per loro. (cfr. brano). 
Brano da commentare: …“ Nell’agosto 1914 lo scoppio della prima guerra mondiale provoca un forte dibattito e profonde divisioni all’interno del movimento socialista internazionale, e anche gli anarchici si dividono tra coloro che continuano a sostenere l’opposizione a ogni guerra e una minoranza che ritiene invece di dover prendere parte al conflitto , rivedendo in parte o tolamente le posizioni teoriche assunte in precedenza […] Nell’ottobre 1914 il dibattito si accende dopo la pubblicazione  su “Freedom” di una lettera di Kropotkin indirizzata al professore svedese Gustaf Steffen, in seguito alla richiesta da parte di quest’ultimo di esprimere un’opinione riguardo al conflitto in corso, preceduta in realtà già da alcun i interventi kropotkiniani in tal senso. Nella sua lettera Kropotkin sostiene il dovere, da parte di tutti coloro che hanno a cuore il progresso umano e gli ideali dell’Internazionale, di fare qualsiasi cosa possibile per fermare l’invasione tedesca dell’Europa occidentale […] La risposta più significativa alle posizioni interventiste di Kropotkin e di Grave, ma anche di altri, è quella di Erruco Malatesta con quello che probabilmente  è uno degli articoli più mnoti pubblicati da “Freedom”: Anarchist Have Forgotten their Principles […]  Oltre che sulle pagine di  Freedom” , anche all’interno della redazione lo scontro tra chi sostiene l’appoggio all’Intesa come Kropotkin e chi invece si oppone alla guerra è acceso, tanto che l’anarchico russo chiede le dimissioni dell’editore  Thomas Keell dopo la sua presa di posizione nell’ottobre 1914 con un articolo in cui sostiene che la classe lavoratrice non ha nulla da guadagnare dal presente conflitto. Inoltre in un incontro a Brighton Kropotkin chiede esplicitamente la chiusura di “Freedom”, ma Keel rifiuta e il giornale continua a uscire come mensile del gruppo contrario alla guerra. Nel marzo 1915 viene quindi pubblicato su Freedom l’ International Anarchist Manifesto on the War, una presa di posizione chiara contro la guerra in corso e contro tutte le guerre, firmato tra gli altri da Errico Malatesta, Emma Goldman, Thomas Keell, Alexander Berkman, Ferdinand Domela Nieuwenhuis, Luigi Bertoni e Alexander Schapiro . “ ( Selva Varengo, Pagine anarchiche. …. )
Bibliografia: Selva Varengo, Pagine anarchiche.  Pëtr Kropotkin e il mensile “ Freedom” (1886-1914), Biblion edizioni, 2015 pp. 68, 69, 70, 71.

La prestigiosa rivista “Freedompoté così , grazie anche alla fermezza di Tom Keell,  mantenere, nonostante la “ grande guerra “ la prospettiva  antimilitarista ed antibellicista delle origini. La guerra però non fu senza conseguenze sul movimento anarchico inglese e tra gli effetti negativi , secondo me non secondari, fu anche la drastica  battuta d’arresto che essa,  provocò in quella ricerca di un  “nuovo stile di vita”  che tanto aveva caratterizzato, in Inghilterra,  il primo decennio del XX secolo. A livello  individuale , tuttavia,  la “the New Life” non venne completamente abbandonata  come almeno sembrerebbe confermare il fatto , per esempio, che  Tom Keell e Lilian Wolfe sino alla morte di lui, vissero insieme ad altri compagni,  nella  Whiteway Colony ( Comunità tolstoiana fondata nel 1898 ).

 
 
 

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento