sabato 30 aprile 2011

ANARCHICINI: RIVOLUZIONE SOCIALE: SPAGNA 36

 
 Come è noto il 17 luglio ebbe inizio un sollevamento militare guidato da alcuni generali, tra cui Francisco Franco,  contro il governo repubblicano del Fronte Popolare, formatosi nel febbraio. La vittoria sembrava arridere  ai generali ribelli grazie alla quasi assoluta inerzia del governo repubblicano, quando nelle grandi città (  Madrid, Barcellona ed altre)  lavoratori e lavoratrici,  per lo più iscritti nella Confederacion Nacional del Trabajo, (CNT), ( organizzazione anarco-sindacalista fondata nel 1910)  sebbene malamente armati, riuscirono a sconfiggere, dopo vari giorni di combattimento, le  truppe dei generali ribelli .
  Tra le conquiste proletarie di quei giorni bisogna ricordare, tra l’  altro, la Centrale Telefonica di Barcellona, che, liberata dai  militari insorti, fu gestita direttamente dagli operai, che vi lavoravano , sino all’assalto, nel maggio 1937, delle forze controrivoluzionarie del Governo del Fronte Popolare su pressione del  Partito Comunista Catalano (PSUC).  (cfr. post su "le giornate di maggio del 1937)
Brani da commentare: 1) “ All’ alba del 19 luglio gran parte della guarnigione di Barcellona lasciò le caserme per occupare rapidamente i punti strategici della capitale. Le truppe si accamparono nelle piazze Espana, Universidad e Cataluna, prendendo possesso dei principali edifici, come per esempio l’Hotel Colon, l’Hotel Ritz,la Centrale telefonica, ecc.  Le truppe di Atarazanas e della Maestranza occuparono il settore del porto dalle Poste fino al Paralelo. Il  generale Goded aveva preso la  Capitaneria  generale, destituendo e mettendo in carcere, Llano de la Encomienda. Questa era la situazione di Barcellona alle prime ore del mattino della domenica.  In quel preciso istante cominciò la reazione popolare …. ( José Peirats, La CNT nella rivoluzione spagnola) , 2)  “ .. Su  Plaza de Cataluna  gli operai armati giungono dalle traversali e dai pozzi della metropolitana e si gettano sui soldati […]  Dalla parte opposta della piazza, tra Fontanella e Puerta del Angel, i gruppi anarchici con alla testa Durruti, si lanciavano all’assalto della centrale telefonica, lasciandosi dietro altri cadaveri, tra cui quello dell’anarchico messicano Enrique Obregon. Non fu facile raggiungere la porta, ma una volta giunti davanti, vi entrarono di corsa. Il combattimento all’interno fu duro; nonostante questo la CNT riuscì ad occupare la Telefonica, che da quel momento, rimase nelle mani di un Comitato Operaio …” ( Abel Paz, Durruti e la rivoluzione spagnola,)
Bibliografia: Primo brano in José Peirats, La CNT nella rivoluzione spagnola  , vol. 1, Edizioni Antistato 1976, p. 194 ; Secondo Brano in Abel Paz, Durruti e la rivoluzione spagnola, vol. II,  Zero in condotta,   La Fiaccola, Franco Serrantini, 2000 p. 22 e cfr. con qualche leggera variante , Hans Magnus  Enzensberger, La breve estate dell’anarchia    Feltrinelli 1973  p. 118
 
Importante fu anche la partecipazione delle donne, spontanea o in organizzazioni politiche e sindacali ( e si distinse particolarmente, in quel contesto, la CNT) ai combattimenti di quei giorni, soprattutto a Barcellona e a Madrid. (cfr. brano).
Brano da commentare: " La cosa più importante  che fecero le donne - a parte, sia chiaro, tutti i gesti eroici che intrapresero insieme agli altri - fu quella di salire sui tetti dei palazzi e con megafoni di cartone cercare di convincere i soldati a mettersi dalla nostra parte, a togliersi le divise e a unirsi al popolo" (Soledad Estorach, intervista, Parigi 4 gennaio 1982)
Martha  Ackelsberg, Mujeres libres, L’attualità delle donne anarchiche nella rivoluzione spagnola, zero in condotta, 2005,  p. 138
 
 
Per questa immagine mi sono ispirato a un bel disegno di SIM, fatto per conto della CNT/FAI

Ebbe così inizio con grandi feste inneggianti alla vittoria popolare, una rivoluzione sociale, che si prefiggeva la trasformazione radicale di ogni tipo di rapporti sociali e personali.


 Brano da commentare:  “La rivoluzione trasformava tutto, il ritmo della vita si basava ormai  sulla solidarietà e perciò assumeva un modo d’essere collettivo. La nuova toponomastica, che la rivoluzione aveva creato dalle sue viscere, aveva reso superati i vecchi punti  di riferimento. Al loro posto erano sufficienti le barricate, le mense popolari, che erano spuntate dovunque, e i Comitati Rivoluzionari di quartiere. A prima vista, la città nel suo insieme dava una sensazione di caos ma tutto funzionava  al ritmo delle soluzioni da trovare per i problemi che quella situazione caotica presentava di momento in momento.  Quel ritmo aveva spazzato via la routine e aveva portato a galla la maturità del popolo nell’affrontare le nuove relazioni sociali che si andavano creando spontaneamente “ (da Abel Paz, Spagna 1936).; 2) “ Per la prima volta i nostri compagni non stanno solo lottando contro il nemico comune, ma stanno costruendo. Stanno esprimendo in termini concreti il pensiero del nostro grande maestro Bakunin, ossia che lo spirito di distruzione è al tempo stesso lo spirito della costruzione” [….] Ho già visitato tutte le fabbriche che sono sotto il controllo della CNT e che sono autogestite dagli stessi operai, la ferrovia, i trasporti, l’impianto della distribuzione del gas e del combustibile, le piste dell’aviazione ed alcune fabbriche tessili. E’ sorprendente vedere come tutto funziona al meglio. Quello che più mi è rimasto impresso sono stati i contadini di un paese collettivizzato. Non avrei mai creduto che sarebbe stato possibile trovare tante menti illuminate fra dei contadini” ( osservazioni di Emma Goldman al suo arrivo a Barcellona  nel settembre del 1936)
 Bibliografia: Primo brano in  Abel Paz, Spagna 1936 , Lacaita  1998 pp. 29-30; secondo brano in  Martha A. Ackelsberg, Mujeres libres ,  Zero in Condotta,  2005 p. 146 .  I disegni di SIM ,pseudonimo di Josè Luis Rey Vila ( nato nel 1901 ca.  e di cui non si conosce la data della morte), si trovano in 
Abel Paz Le 30 ore di Barcellona (luglio 1936) Sim , Immagini della rivoluzione, Coop. Tripolitografica, Carrara 2002 
                                                                               
LA BARRICATA COME SIMBOLO DELLA RIVOLUZIONE SOCIALE
 Un elemento assai importante  per la vittoria popolare  contro i militari ribelli furono le barricate, elevatesoprattutto nei vicoli stretti dei “barrios”,  che divennero un simbolo, anche festoso,  del medesimo processo rivoluzionario in atto. (cfr. brano)  
Brano da commentare:  L’elemento maggiormente fondamentale dell’urbanismo rivoluzionario fu la costruzione delle barricate nel corso della lotta condotta contro l il colpo di Stato militare dal 19 al 21 luglio. […]  in quanto emblema mobilitante (mobilisateur) le barricate erano un’affermazione dello spirito di solidarietà e di autonomia della comunità dei barrios. In termini pratici, d’altra parte, esse avevano giocato un ruolo centrale nella vittoria popolare durante i combattimenti di strada di luglio: esse avevano  imbarazzato il movimento dei militari ribelli e dei loro sostenitori civili e avevano protetto ugualmente un ruolo decisivo nella rivoluzione: esse non interruppero solamente i ritmi e i circuiti di potere della vecchia città borghese, ma attraverso una rete di posti di controllo, esse permisero anche agli operai armati di estendere il loro potere attraverso la Catalogna durante i giorni d euforia e di sciopero generale che seguirono il fallimento del colpo di Stato militare. Di più, quando  il 27 luglio, la CNT di Barcellona fece apparire un manifesto , che  invitava alla fine dello sciopero, solo le barricate che  ostacolavano la circolazione dei trams e dei bus furono smontati, le altre restarono  sul posto come simbolo del nuovo potere degli operai.  …”  (Chris Ealham, Barcellona contre ses..... )
Bibliografia: Chris Ealham, Barcelone contre ses habitants 1835-1937 Quartiers ouvriéres de la révolution , Les reveilleurs de la nuit, 2014 pp. 55-56
 
   Il gioioso entusiasmo,  connesso   al processo rivoluzionario, spesso, si estese, almeno inizialmente,  anche tra i combattenti al fronte , che esprimevano il loro stato d'animo, ricco di speranze per il futuro, anche attraverso poesie e canzoni che  inneggiavano alla libertà e alla rivoluzione sociale.
 Poesie e canzoni da commentare: 1)”Hijo del pueblo, te oprimen cadenas/ y esa injusticia no puede seguir/ si tu existencia es un mundo de penas/ antes que esclavo prefiere murir/ Esos brugueses azas  egoistas/ que asi desprecian la humanidad/ seràn barridos por los anarquistas/ al fuerte grido de libertad/ Trabajador/ no mas sufrir/ la explotacion/ ha da sucumbir/ Levantate pueblo leal/ al grido de revolucion social./ Vindicacion /hai que pedir/solo la union/la podrà exigir/Nuestro pavés/ no romperas/ Torpe burguès/ atràs! atràs!” ( da Hijos del pueblo assunta come inno ufficiale durante la rivoluzione spagnola. Ne esistono versioni italiane, tra cui quella  fatta  da ALFONSO FAILLA , MARIO PEROSSINI e altri compagni nel 1946. 2) “Negras tormentas agitan los aires,/ Nubes oscuras nos impiden ver/ Y aunque nos espera el dolor  y la muerte,/ Contra el enemigo nos llama el deber/ El bien mas preciado es la libertad/ Luchemos por ella con  fe y valor./ Alza la bandera revolucionaria/ Que llevara al pueblo a la emancipation./En pie el pueblo obrero a la batalla,/ En pie el pueblo obrero a la batalla,/ Hay que deroccar a la reaccion./ A las barricadas, a las barricadas/ Por el triunfo de la Confederacion .” ( da  A las barricadas!, inno ufficiale della CNT. La canta Blanca in Terra e Libertà di Loach 3)  Arroja la bomba/ Que escupe metralia/ Coloca petardo,/ Empuna la  Star/ Propaga tu idea / Revolucionaria/ Hasta que consigas/ Amplia libertad./  Acudid los anarquistas/ Empunando la pistola/ Hasta el morir/ Con petroleo y dinamita/ Toda clase de gobierno/ A combatir Y destruir!/ Es hora que caiga/ Tanta dictatura/ Verguenza de Espana/ Por su proceder/ No mas militares,/ Beatas ni curas/ Abajo la Iglesia/ Que caiga el Poder./ [ da “ Arroja la bomba”  nata durante la dittatura fascista di Primo de Rivera  (1923-1930). Nel 1937  a Barcellona ne fu fatta una traduzione italiana ad opera di VIRGILIO GOZZOLI , combattente in Spagna nella sezione italiana della Colonna Ascaso. A lui si deve anche una versione italiana  di  Hijos del pueblo  ].                
Discografia: Le canzoni spagnole le ho prese tutte da CIRA, Un siecle de  chansons, op.cit.  p. 35; 36 e 39.   Per la foto dei due miliziani che ballano al fronte, cfr. Anonimo, in  La cuoca di Bonaventura Durruti,  Derive-Approdi p. 128
Nota finale:  Allego i bellisimi disegni di Sim , a cui mi sono ispirato. L'enorme differenza tra gli originali e le mie figurine era data per scontata prima ancora che le facessi, ma le immagini di Sim mi avevano così colpito  che  non sono riuscito a fare a meno  di riprodurle con la creta  , anche se a modo mio e capacità permettendo.  
                                                                                        



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