venerdì 29 aprile 2011

ANARCHICINI: SCHWARZE SCHAREN ; HELMUT KIRSCHEY (1913-2003); FRITZ BENNER (1906-1966); GUSTAV DONNER (1904-1977); TOMASZ PILARSKI (1902-1977); HEINRICH FRIEDETZKY ( 1910-1998) ; EDELWEISSPIRATEN (1930-1945)

                       
                                


SCHWARZE SCHAREN ( Schiere nere)  , attive nell’ opposizione armata  contro il nazismo tra il 1929 e  pochi mesi prima dell’ascesa al potere dei nazisti nel 1933.  Erano composte da alcuni militanti  della  FAUD ( Freie Arbeiter Union  Deutschland ) e della  SAYD   (Syndakalistische anarchistische Jugend Deutschlands ). Apparse per la prima volta nell’Alta Slesia  e in particolare nelle città di Ratibor e di Beuthen si diffusero anche in altre regioni come Berlino- Brandeburgo, in  Assia , dove un gruppo particolarmente forte si formò a Darmstadt e Munster, in Turingia particolarmente a  Suhl,  nella Renania Settentrionale- Vestfalia  a Wuppertal e in altre città vicine. I vari gruppi regionali delle Schwarze  Scharen tennero sempre molto alla loro autonomia e mantennero tra loro alcune specifiche differenze, per esempio : solo tra i membri  del gruppo di Berlino si faceva riferimento a uno statuto scritto contenente le fondamentali linee direttive, di cui mi limito qui  a ricordare  i primi quattro articoli . (cfr. brano)
Brano da commentare: “ 1) La Schiera nera è un’organizzazione antifascista dei lavoratori rivoluzionari. 2) Essa si riconosce senza riserve nella Prinzipienererklaerung des Syndakalismus  (Dichiarazione dei principi del sindacalismo) e nelle sue organizzazioni : la Freie Arbeiter Union Deutschlands  (Anarcho-syndacalisten ) [ FAUD ] e  la Syndakalistische anarchistische Jugend Deutschlands [ SAJD]. 3) Essa si considera come una Ergänzungsorganisation [Organizzazione integrativa)  di entrambi i movimenti indicati e nello stesso tempo come una formazione di difesa contro il fascismo e i nemici dell’anarcosindacalismo. 4) Essa vede  quindi il  suo compito  in primo luogo   nella propaganda attraverso la parola e lo scritto contro il fascismo di tutte le sfumature e in favore del socialismo libertario ( Linee direttive della Schiera nera zona Berlino-Brandeburgo )
Bibliografia:  Per una lettura di tutti i 10 articoli di queste " Linee direttive .....", cfr. David Bernardini, Il barometro segna tempesta . Le  Schiere nere contro il nazismo, La rivolta 2014 pp. 74-75.

Sebbene il numero dei suoi membri non fu mai numeroso ,  le "Schwarze Scharen " riuscirono  , nel tempo relativamente  breve della loro esistenza, a dare  molto filo da torcere  alle  SA ( Sturmabteilungen = reparti d’assalto), formazioni paramilitari naziste , sempre  restie a fronteggiare gruppi avversari capaci  di difendersi.  
Brano da commentare: “  … Le Schiere  nere, sin dalla loro fondazione, mettono in primo piano la questione dell’antifascismo, anche se in modo differente rispetto alla FAUD (Linse , 1989). La Confederazione anarco-sindacalista, infatti, interpreta il nazismo come l’espressione dittatoriale del capitalismo, quindi come un fenomeno economico, manifestazione di un “ moderno militarismo industriale” che, in quanto tale, può essere combattuto solo con lo sciopero generale e il sabotaggio. I militanti delle Schiere nere invece vedono nel nazismo anche un fenomeno politico da combattere non solo nelle fabbriche, ma anche fisicamente nelle strade “ […..] “Il fatto che le Schiere nere si presentino come un’organizzazione integrata ma allo stesso tempo indipendente dalla FAUD, non impedisce loro di criticare anche duramente la confederazione anarco-sindacalista per avere trascurato il confronto politico e per non avere reagito al suo declino, lasciandosi andare ad un atteggiamento passivo e di attesa …..” ( David Bernardini Le Schiere Nere contro il nazismo)
Bibliografia: David Bernardini Le Schiere Nere contro il nazismo  in “ A rivista anarchica Estate 2013  n. 382, p. 137 
Tra i membri  delle “Schiere Nere” , che svolsero un importante ruolo all’ interno dell’ organizzazione e che poi quando il suo scopo, con l’ascesa al  potere del nazismo , fu reso impossibile ,   continuarono a battersi contro il nazifascismo nella rivoluzione sociale in Spagna  e altrove, mi limiterò, per il momento ,  a citare  : HELMUTH  KIRCHEY, FRITZ BENNER, GUSTAV DONNER, ALFONS PILARSKY E HEINRICH  e  HEINRICH FRIEDETZKY.
                                                                    

HELMUT KIRSCHEY (1913-2003) partecipò alla rivoluzione spagnola nella Colonna Durruti. Dopo il maggio 1937 fu anche lui perseguitato dagli stalinisti. Nel 1939 si stabilì definitivamente in Svezia dove lavorò nel SAC. In disaccordo con la linea di Rüdiger, considerata come  riformista, aderì al Partito Comunista Svedese, ma poi, nel 1968,  si riavvicinò all’anarchismo. Morì nel 2003.
                                                                            


FRITZ BENNER (1906-1966) Tra il 1927 e il 1928 aderì insieme al fratello  Willi, a cui poi si unì il fratello  diciannovenne  August (Eugene) , alla FAUD , alla SAJD e alle Schwarze Scharen di  Wuppertal . Nel 1933 Fritz Benner fu arrestato con l’accusa di avere organizzato uno sciopero.  Condannato , fu inviato, dopo un periodo di detenzione in prigione, nel campo di concentramento di Boergermoore e poi nel lager di Oranenienburg dove incontrò ERICH MUESHAM e assistette impotente alle sadiche torture a cui quel grande rivoluzionarie fu sottoposto dai suoi aguzzini sino alla sua morte.  Liberato nel 1934 si impegnò immediatamente nella ancora abbastanza efficiente rete clandestina della FAUD. Nel 1935 per evitare un altro arresto fuggì in Olanda, dove si impegnò in attività di sostegno ai gruppi illegali ancora operanti in Germania.  Nel 1936 insieme ad HELMUT KIRSCHEY  e ad altri compagni tedeschi  andò a Barcellona, dove lavorò dapprima nel DAS e poi combatté,  nella Colonna Durruti , salvo un breve periodo  in un sanatorio per curarsi di  malattie contratte durante la sua permanenza nei lager nazisti.  Rifugiatosi in Svezia, dove tuttavia assai forte era il rischio di essere espulso ,  sposò una donna svedese, da cui ebbe tre figli. E lavorò attivamente  nel sindacato anarchico svedese (SAC).date le persistenti richieste di estradizione da parte della Gestapo, Germani nazista. Alla fine della seconda guerra mondiale  tornò a Wuppertal , ma poi si stabilì definitivamente in Svezia con la famiglia e morì a Stoccolma nel  1966.  Sul fratello EUGENE BENNER che a 19 anni in  uno scontro tra   Scharze Scharen e le  SA , molto più numerose,  riuscì a farle scappare, sparando in aria con la sua rivoltella cfr. le pagine dedicate a quell'episodio  in David Bernardini,  Il barometro segna la tempesta, La rivolta 2014 pp.7-10                                                                         
                                                                        

GUSTAV  ( detto  GUSTL) DONNER (1904-1977), operaio tornitore, figlio di un membro del Partito socialdemocratico.  Nel 1910 aderì all’ Associazione Internazionale antimilitarista e l’anno seguente alla FAUD  (Freie Arbeiter  Union Deutschland ) e alla SAJD ( Syndacalistische anarchistische Jugend Deutschland) . Gustl Doster fu uno dei principali fondatori ed animatori del  gruppo delle  Schwarze Scharen  a Darmstadt . Suo fu lo slogan ( ripreso da un suo articolo pubblicato su Junge Anarchisten, giornale della SAJD)  Auf! Die  schwarzen Sturmbanner voran! “ ( Su! Avanti le nere bandiere della tempesta).  Lo scontro con i nazisti si fece sempre più duro e raggiunse, a Darmstadt , un momento di grande tensione nel 1931 con l’aggressione delle  quadre d’assalto  nazional-socialiste ( SA)  contro l’anarco-sindacalista HERMAN HAFNER. Nel 1932  , sul giornale  Der Syndacalist  si commentava, tra l’altro,  l’acutizzarsi degli scontri con la frase: “ das Barometer steht auf Sturm” ( il barometro segna tempesta ).    Arrestato e rinchiuso in un campo di concentramento Gustl Doster  riuscì ad evadere e  a raggiungere l’ Olanda. Nel 1936, allo scoppio della rivoluzione sociale spagnola,  passando clandestinamente  attraverso  il Belgio  e la Francia  si recò in Spagna , dove  in luglio ebbe inizio la rivoluzione sociale in risposta al golpe dei militari, e a Barcellona lavorò  come interprete tedesco alla  radio della CNT/FAI e  militò, insieme  a molti altri esuli anarchici tedeschi, nel DAS (Deutsche  Anarcho-Syndacalisten), organizzazione sindacale inserita, pur con ampia autonomia,  all’interno della FAI/CNT . Combatté anche nelle file della Colonna Durruti nella sezione tedesca  “’Erich Muesham  Group” .  Dopo le giornate del maggio 1937 a Barcellona fu con altri compagni, tra cui HELMUT KIRCHEY  (vedi sopra) , fatto prigioniero in una prigione dagli stalinisti e furono , infine,  liberati solo dopo molte pressioni da parte della CNT nell' aprile del 1938. Nel 1939, dopo la vittoria franchista si trasferì in Svezia , dove lavorò dapprima come  tornitore e poi come agricoltore.  Aderì e militò nell’ organizzazione anarco sindacalista svedese  (SAC) 
                                                                                  


TOMASZ PILARSKI (1902-1977) .   Nato  a Lésnica in Polonia,  compì  gli studi superiori a Ratibor nell’ Alta Slesia.   Dopo un breve periodo in cui fu membro del Partito Comunista tedesco ( KPD) aderì alla FAUD  (Freie Arbeiter  Union Deutschland ). Sulla scia della teoria e della prassi anarco-sindacalista   di FRITZ KATER (vedi post FAUD) Pilarski  collaborò, dal 1921  al 1927, a molte  pubblicazioni anarchiche e in quegli anni fu considerato dalla polizia come il “leader intellettuale “ della FAUD dell’ Alta Slesia. Nel 1929 fu tra i primi fondatori delle   Schwarze Scharen”. (gruppi anarco-sindacalisti di difesa antinazista).   Nel  1932 accusato di essere un “traditore della patria” dai nazisti , che, ormai  , dopo i loro  successi elettorali, erano , politicamente, sempre più forti,  , Pilarski lasciò la  Germania e tornò in Polonia., dove si impegno attivamente  all’interno dell’organizzazione anarco- sindacalista polacca Zwiazek Zuiazkòw Zawodowych (ZZZ, ) e scrisse , usando  lo pseudonimo,  JEAN RYLSKI , parecchi articoli su Front Robotniczy (Fronte operaio) organo di stampa della ZZ Z. Nel 1939 tenne un programma antinazista alla Radio di Katowice. Durante l’invasione nazista  della Polonia partecipò attivamente alla Resistenza svolgendo vari e importanti incarichi.  Durante  l’ insurrezione di Varsavia nel 1944 fu gravemente ferito. Dopo la guerra riprese un’ intensa attività  sindacale e svolse anche alcuni incarichi pubblici.  Aderì nel 1947  al Partito Comunista Polacco, senza però rinnegare le sue idee libertarie, tanto che nel 1950 fu espulso dal partito  proprio con l’accusa di “deviazione anarchica”. Su sollecitazione della polizia segreta polacca  fu spesso  messo in prigione per  ragioni politiche . Morì nel 1977 a Varsavia.
                                                                             


HEINRICH FRIEDETZKY ( 1910-1998) : Ottavo figlio di un ferroviere, nacque  a Bebra nell’ Hessen (Assia). La famiglia  si trasferì nel 1912 nell’Alta Slesia a Ratibor. Aderì a 18 anni alla Faud (Freie Arbeiterunion Deutschland e più tardi alle Schwarze Scharen . Divenuta insostenibile  la permanenza clandestina nella Germania nazista, nel 1937 , insieme a un altro compagno Max  Piechulla  raggiunse avventurosamente  la Spagna, ma fu a loro impossibile arrivare a Barcellona, dove si erano stabiliti la maggior parte degli esuli anarco-sindacalisti tedeschi . Pertanto, essendo andati in Spagna per combattere, si arruolarono a Valencia nelle Brigate Internazionali, ma non senza essere , in quanto anarchici,  minacciati dal loro comandante comunista. (cfr. brano)
Brano da commentare:  “ Ho saputo che siete anarchici. Ma siccome gli anarchici sono i migliori combattenti potete entrare nelle  Brigate Internazionali. Ma dopo la vittoria sarete subito fucilati ". ( dalle memorie di  Heinrich Friedetzsky)
Bibliografia:  Hans Mueller-Serwing, Heinrich Friedetzky, Bollettino Archivio G. Pinelli, 2000 , n. 16 p.68
Nel 1938, presso Alcaniz,  Friedetzky e Piechulla furono fatti prigionieri  dai soldati italiani e inviati al carcere di Pedro de Cardena. Friedetzky che, sotto falso nome , si era fatto passare per cecoslovacco fu estradato in quella sua presunta patria, ma dopo  l’annessione della Cecoslovacchia alla Germania nazista, la sua vera identità fu subito scoperta e fu inviato prima nel lager di Sachsenhausen e poi in quello  di Ravensbrück. Sopravissuto e liberato nel 1945 decise di non tornare in Slesia, occupata dai russi,  e si trasferì a Lubecca, riprendendo immediatamente  i contatti  con i suoi vecchi compagni. Da Lubecca si trasferì, poi, dopo la morte della moglie, a Colonia e  nel 1993 partecipò alle  Giornate Libertarie di Francoforte dove, tra l’ altro  tenne alcune conferenze  sulle sue esperienze e sulle attività  della FAUD e delle Schwarze Sharen (cfr. brano dalle memorie di Heinrich Friedetzky) su “una serata di riunione nel gruppo locale )
Brano da commentare: “ …” La riunione si teneva dalle otto in punto alle 10 in punto. Entro le 10 tutte le cose importanti dovevano essere dette, perché i  primi già se ne andavano per via della famiglia o della levata mattutina del primo turno. La prima mezz’ora si parlava dell’attualità, poi c’era circa un’ora e mezza di panoramica sul mondo (cioè discussione su argomenti anarchici) e alla fine rimanevano ancora 10 minuti per l’organizzazione. Quello che non può essere organizzato in 10 minuti non ha alcun valore”.( ricordi di Heinrich Fiedetzky)
Bibliografia:  Hans Mueller-Serwing, Heinrich Friedetzky, Bollettino Archivio G. Pinelli, 2000 , n. 16 p. 40 
Heinrich Friedetzky morì nel 1998.

 Nota: Non sono ancora riuscito a rintracciare  immagini di  PAUL CZAKON ( 1896-1952) e di  WILLI PAUL ( 1897-1979) a cui  vorrei , nei limiti delle mie capacità, ispirarmi.

                                                                       
EDELWEISSPIRATEN

 EDELWEISSPIRATEN (  I  pirati della stella alpina)  (1930-1945)  . Erano bande giovanili  composte da ragazzi e ragazze  tra i 14 e i 18 anni , , prevalentemente di origine proletaria,  che, pur   distinguendosi   tra loro per le città , ove risiedevano, e per i nomi che attribuivano a se stessi:  a Essen " Farhtenstenze" (Bellimbusti giramondo) , a Oberhausen e a Düsseldorf,  " Pirates Kittelbach" , a Colonia , " Navajos "  avevano, tuttavia, alcuni tratti comuni :   un edelweiss portato sui vestiti come  distintivo, uno stile di vita alternativo a quello dominante,  un’ ostilità  sistematica  verso  ogni tipo di autorità,  e soprattutto  un  atteggiamento di  continua sfida alle  organizzazioni giovanili , maschili e femminili, (Hitlerjugend e Bund Deutscher Madel)   del partito nazista).   I loro slogan antinazisti, scritti sui muri della metropolitana, ,   più diffusi erano:  Abbasso Hitler”,  “ Abbasso la brutalità nazista” ed altri. Significativo è anche il testo della canzone degli Edelweisspiraten di Colonia.
Canzone  da commentare:  Il potere di Hitler può stenderci a terra / E tenerci in catene / ma un giorno spezzeremo le catene / e saremo di nuovo liberi. / Abbiamo pugni forti  e possiamo lottare / Abbiamo coltelli e li tireremo fuori / Vogliamo la libertà, vero ragazzi? Siamo i guerrieri Navajo” ( canzone degli Edelweiss di Colonia)
Bibliografia :  David  Bernardini,  I pirati della stella alpina  in  A rivista anarchica  n. 385 , dicembre 2014 p.  115. Su Internet si trova anche la versione originale tedesca.
 
  Durante gli anni della guerra  assunsero atteggiamenti sempre più antagonisti al regime  tanto da dare vita a una vera e propria resistenza armata. (cfr. brani) 
Brani da commentare:  1) “  Fin dalla primavera del 1942 è stata appurata in tutta la provincia di Düsserdolf l’esistenza di bande formate da un numero consistente di giovani di entrambi i sessi, che organizzano spedizioni tendenti a provocare la Gioventù  hitleriana, minando l’ opera dei suoi capi. Non è raro incontrare gruppi anche di 30 persone che vanno in giro per le città cantando e suonando la chitarra. I capi della Gioventù hitleriana sono stati oggetto di imboscate, pestaggi e perfino sparatorie. Il loro numero è notevolmente cresciuto negli ultimi mesi. Si dilettano soprattutto nei campeggi dove ragazzi e ragazze stanno insieme  ….“ ( rapporto della Gioventù hitleriana del 1942) ; 2 )“ … Nel 1944 a Colonia , i Navajo iniziano a collaborare con un gruppo clandestino che procura rifugio ai disertori tedeschi, ai prigionieri di guerra e ai detenuti evasi dai campi di concentramento. Intanto altri gruppi di Edelweisspiraten rubano armi dai depositi della Wermacht e cominciarono a tendere agguati a colpi di arma da fuoco, sino a giungere ai fatti dell’autunno 1944. […] Partiti da un generico rifiuto della Hj, gli Edelweisspiraten aprodono alla resistenza vera e propria. Il Terzo Reich fa entrare in  funzione a pieno regime le proprie strutture repressive, le quali, nel novembre 1944, iniziano a colpire con inedita durezza i pirati dell’edelweiss, sino ad arrivare a impiccare pubblicamente i loro caporioni, tra cui il sedicenne  Barthel Schink. ...” ( tratto da  David  Bernardini,  I pirati della stella alpina  )
Bibliografia :  David  Bernardini,  I pirati della stella alpina  in  A rivista anarchica n. 385 , dicembre 2014 (primo brano a pp. 117-118) e secondo brano a  p. 118.

La loro azione di resistenza armata più impegnativa  fu  l’uccisione del  Capo della Gestapo di Colonia.  A Colonia vi è oggi una targa-ricordo dove il 25 ottobre vennero impiccati , dalla  Gestapo e dalle SS  alcuni  membri della resistenza tedesca tra cui gli Edelweisspiraten,  BARTHEL SCHINK  (1927-1944) e  GUNTHER SCHWARTZ (1928-1944).  Simili , sotto alcuni aspetti, ma alquanto  più politicizzati  furono  a Lipsia  le “ LEPZIGER MEUTEN “( = i  branchi di Lipsia. )
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

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