sabato 30 aprile 2011

ANARCHICINI: VOLIN (1882-1945), ANATOLI GORELIK (1890-1956), VICTOR SERGE ( (1890 – 1947), MOLLIE STEIMER (1897-1980), ) SENYA FLESHIN (1894-1981), OLGA TARATUTA (1876-1938); ALEXANDRE JAROSLAVSKI (1896-1930 ?) ;EVGUENIA JAROSLAVKAIA MARKON (1902- 1931)

                                                                 
ANATOLI GORELIK (1890-1956) Nato in Ucraina da una famiglia di origine ebraica aderì sin dal 1904 all’anarchismo e, per sfuggire alle persecuzioni poliziesche, nel 1909 emigrò in Francia e dopo un breve periodo in cui tornò clandestinamente in Russia si stabilì negli Stati Uniti  sino al 1916,dove partecipò alle attività dell‘ IWW e collaborò sovente alla redazione di riviste libertarie, prevalentemente di lingua russa. Allo scoppio della rivoluzione di febbraio tornò in Russia e  trasferitosi in Ucraina seguì le sorti della Confederazione Nabat e del movimento makhnovista, impegnandosi a fondo nel ruolo di segretario dell'ufficio anarchico del lavoro. (cfr. brano) 
 Brano da commentare:    In quanto segretario dell’ ufficio (bureau) anarchico del lavoro di Donnetz a Ekaterinoslav , nel 1918,  ho  avuto colloqui per corrispondenza con 1400  villaggi. Quanta varietà di problemi e di interessi! Quanta sete di conoscenza, di luce ! E in particolare  questa curiosità di mezzi, metodi e approcci per una nuova vita. Quanta volontà creatrice! Teatri, biblioteche, iniziative culturali di ogni tipo., tutto interessava la campagna ucraina. Ogni conversazione con i delegati, ogni  lettera esprimevano i bisogni di nuove scuole, l’aspirazione e la creazione di comuni e  di  associazioni volontarie. Oggi, malgrado le molteplici repressioni bolsceviche, questo interesse è sempre sensibile “. ( Anatoli Gorelik 1922)
 Bibliografia: L'ho trovato su internet all’interno di una recensione francese del libro di Skirda, Les anarchistes russes, les soviets et la revolution du 1917, Editions de Paris
 Dopo la fine delle "guerre civili"  fu più volte imprigionato dai bolscevichi sino a quando , grazie all’intervento di una delegazione sindacale internazionale fu liberato ed espulso dalla Russia insieme ad altri compagni, tra cui Volin, Gregori Maximov ed Efim Yarchouk. Dopo un periodo in cui soggiornò a Berlino, emigrò con la sua compagna, FANNY POLEM,  a Buenos Aires, dove morì nel 1956. 
Dopo la rivoluzione  dell’ottobre 1917 ,  si affermò, come sottolineava in un suo opuscolo,  ANATOLI GORELIK, una sola e sostanziale differenza tra i vari raggruppamenti anarchici e cioè, quella  tra  anarco-bolscevichi (detti anche anarchici sovietici) e  coloro che invece dissentivano energicamente dal partito bolscevico. (cfr. brano)
Brano da commentare:  “ Nel corso della rivoluzione russa, gli anarchici si divisero nettamente ma su un piano e un orientamento del tutto differente. Ciò avvenne tra quelli che considereranno il colpo di Stato d’Ottobre come una rivoluzione sociale , e adottarono in seguito il punto di vista della “dittatura del proletariato”, del “ periodo transitorio” e stabilirono un “fronte unico con i bolscevichi” e quelli che respinsero ogni dittatura, che presero partito per un fronte unico libertario e si distinsero nettamente dai bolscevichi. [….]  Tra questi ultimi, entrati nel partito o meglio ancora tra quelli che sostenevano le posizioni di “dittatura” e di “periodo transitorio” numerosi sono quelli che ora abbandonano in fretta e furia questo “anarco-bolscevismo”, criticando violentemente i bolscevichi [----] ..";
 Bibliografia:   in Frank Mintz, Histoire de la mouvance anarchiste 1789-2012, editions Noir et Rouge 2013 pp. 70-71
Tra i cosiddetti “anarco-bolscevichi” mi limito, qui, a ricordare il più famoso tra di loro :VICTOR SERGE, a cui si debbono numerosi libri , tra cui  “Memorie di un rivoluzionario” da considerarsi, a mio parere,  per la ricchezza di informazioni un classico sui movimenti rivoluzionari del tempo.
                                                                  

VICTOR SERGE   (suo vero cognome KILBACIK)  (1890 –  1947) nacque a  Ixelles ( ora quartiere di Bruxelles) da genitori esuli  rivoluzionari  russi. Autodidatta e apprendista fotografo, frequentò per breve tempo  un movimento giovanile socialista per poi passare  all’ anarchismo. Nel “milieu libre” de Stoekel entrò in contatto col giovane RAYMOND CALLEMIN, futuro membro della Banda Bonnot )( cfr. post : LA BANDE BONNOT) .  Traasferitosi a  Parigi, insieme alla sua compagna  RIRETTE MAITREJEAN, diresse la rivista L’Anarchie sino al suo coinvolgimenti nel processo alla banda Bonnot, dove gli venne inflitta una condanna di 5 anni . Libero , partì per Barcellona dove, nel 1917 partecipò a una insurrezione promossa dalla CNT. Nel gennaio 1919 tornò in Russia e si mise al servizio del partito bolscevico, anche se con alcune riserve e non rinunciando al suo "anarchismo". (cfr. brano)
Brano da commentare: “  La mia decisione era presa: non sarei stato  né contro i bolscevichi né neutrale, sarei stato con loro, ma liberamente , senza abdicare al pensiero né al senso critico . Le grandi carriere rivoluzionarie mi erano facilmente aperte; decisi di evitarle e persino di evitare, per quel che sarebbe stato possibile, le funzioni che implicassero esercizio di autorità: altri vi si compiacevano talmente che mi credetti permesso questo contegno, evidentemente errato. Sarei stato con i bolscevichi perché davano compimento con tenacia, senza scoraggiamenti, con ardore magnifico,  con passione riflessa, alla necessità stessa; perché erano i soli a darvi compimento, prendendo su di sé tutte le responsabilità e tutte le iniziative  e dando prova di una stupefacente forza d’animo. Essi erravano certo su parecchi punti essenziali: con la loro intolleranza, con la loro fede nella statizzazione, con la loro tendenza alla centralizzazione e alle misure amministrative. Ma, se bisognava combatterli con libertà di spirito e in spirito di libertà, era con loro e tra loro. Poteva darsi d’altronde che questi mali fossero imposti dalla guerra civile, dal blocco, dalla carestia, e che, se fossimo riusciti a sopravvivere, la guarigione sarebbe venuta da sé. Ricordo di avere scritto in una delle mie prime lettere dalla Russia che ero “ben deciso a non fare carriere nella rivoluzione e a ritrovarmi, una volta passato il pericolo, con coloro che avrebbero combattuto i mali interni del nuovo regime…” ( Victor Serge, Memorie di un rivoluzionario”)
Bibliografia: Victor Serge, Memorie di un rivoluzionario ,  edizioni e/o  1999,  p. 88.  Su posizioni decisamente libertarie fu invece il noto pittore  VLADIMIR KILBACIK , suo figlio, a cui si devono, tra l’altro alcuni bei disegni di Volin, a cui mi sono ispirato per la figurina successiva (cfr. Rivista storica dell'anarchismo anno 4  n. 1 (7) 1997 pp. 113-128)
Nel 1921 , sconvolto da quanto era avvenuto a Kronstadt, sebbene non assunse mai una posizione di pubblica condanna  sulla spietata repressione bolscevica della rivolta dei kronstandtiani, Victor Serge sentì il bisogno di allontanarsi dai vertici del partito  e in particolare da Zinoviev, suo superiore diretto, ed ottenne di essere nominato responsabile della propaganda per l’ Europa Centrale prima a Berlino e poi a Vienna. Tornato in Russia nel 1925, dopo un vano  tentativo di dare vita a una  comune libera con altri compagni invisi al regime “comunista”,  ebbe inizio su di lui e sulla sua famiglia un lungo e durissimo  periodo di persecuzioni poliziesche sino alla sua, da lui ben accolta, espulsione , dalla Russia, nel 1936, grazie a una intensa campagna internazionale della sinistra antistalinista. Stabilitosi in Francia , nel 1940 per sfuggire all' occupazione nazista , Victor Serge, emigrò  in Messico, dove morì nel 1947. 
Tra gli anarchici , invece, coerentemente, dissenzienti dai bolscevichi dopo la rivoluzione di ottobre mi limito a ricordare in questo post: VOLIN , MOLLIE STEIMER e SENYA FLESHIN .

VOLIN (1882-1945)  Il suo vero nome era  Vsevolod Mikhailovic Eichebaunm. Prese parte attiva  nella rivoluzione del 1905. Fu arrestato,  messo in prigione e poi deportato . Riuscì a fuggire in Francia nel 1907.  Nel 1915 a causa della sua propaganda contro la guerra dovette fuggire dalla Francia ed emigrare  negli USA. In America partecipò alle lotte operaie e fondò un giornale  Gols Truda (  La voce del Lavoro) assai letto tra gli operai russi in America. Nel 1917 tornò in Russia per partecipare  agli avvenimenti rivoluzionari del febbraio. Organizzò la Conferenza anarchica di  Kursh e fondò un giornale  Nabate” (Campane a martello”) in  cui si tentava di unificare tutte le tendenze anarchiche esistenti (  sindacalisti, comunisti e individualisti). I rapporti con i bolscevichi col tempo peggiorarono e gli anarchici ben presto si trovarono nuovamente, come sotto lo zarismo, nella condizione di perseguitati,. Nel 1919 quando era in Ucraina a lavorare nel movimento machnovista fu arrestato dai bolscevichi e , sebbene ammalato di tifo,  fu consegnato alla Ceka. Liberato nell’ottobre 1920 fu poi nuovamente imprigionato  e liberato solo dopo le proteste  di vari delegati delle organizzazioni operaie europee che si trovavano per un Congresso a Mosca. 
Brano da commentare:  “Siamo giunti a un momento critico, il momento più critico di tutti , il momento  finale. E il governo esita, procrastina, conduce  ridicoli “negoziati”, taglia  capelli in quattro, discute e  sopporta provocazioni. Ha perso una settimana e ha molto affievolito l’entusiasmo popolare. E adesso che è giunta l’ ora, tutto è caduto di nuovo sulle spalle del popolo. Noi ti diciamo: “Tu, grande popolo sei chiamato ancora una volta a prendere in mano il destino della rivoluzione […] Ancora una volta devi fare affidamento solo su te stesso.  Perciò agisci …. Se vinci , dopo la grande vittoria costruisciti la tua vita, libera e senza restrizioni, senza autorità, senza capi, senza partiti.  Costruiscila in forma di libera unione delle tue libere organizzazioni e comuni, unioni di libere città e di liberi villaggi, di comuni anarchiche senza stato ….” ( da  Volin Popolo , pubblicato su  Golos Truda  febbraio 1918)
Bibliografia: in Paul Avrich, Gli anarchici nella rivoluzione russa, La Salamandra, 1973, p. 135
  Nel 1927 fu il principale  redattore di una polemica Risposta alla Piattaforma d’Organizzazione ( cfr. post Nestor Makhno) firmata tra gli altri  da Mollie Steimer e Senya Fleshin.  (cfr. brano) .
Brano da commentare: “…. Noi non siamo d’accordo con la Piattaforma sul concetto di “sintesi” come agglomerato meccanico; sulla validità della sola teoria comunista anarchica e sulla critica più o meno demolitrice che gli autori del documento muovono alle teorie individualiste e anarco-sindacaliste. […]  Invece di affermare che l’anarchismo è una teoria di classe criticando coloro che pensano di attribuirgli un carattere unitario, o di affermare –come altri- che l’anarchismo è l’ideale umanitario di tutti gli individui; invece di accusare di deviazione marxista ogni tendenza che attribuisce all’anarchismo un carattere di classe; invece di affermare che l’anarchismo è una concezione individualista , che non ha nulla in comune né con l’umanità in generale, né con la classe in particolare; è necessario fare la sintesi di queste posizioni e sostenere che l’anarchismo contiene nel medesimo tempo elementi di classe, elementi umanisti e principi individualisti. Ma ciò che è ancora più importante consiste nel cercare di determinare, in maniera teorica e pratica, il compito, il ruolo e l’importanza di ciascuno degli elementi indicati nella concezione generale dell’anarchismo .  Sostenere che l’anarchismo non è che una teoria di classe, è come tener conto di uno solo degli aspetti dell’anarchismo medesimo, è un monismo. Giacché l’anarchismo è più complesso, è sintetico e pluralistico come la vita medesima. Il suo elemento di  classe …. Consiste principalmente nel suo metodo per la liberazione; il suo carattere umanista …. È il suo aspetto etico, è la base della società umana; il suo individualismo è lo scopo, l’uomo….” ( Risposta di alcuni anarchici russi alla Piattaforma di organizzazione (1927) 
Bibliografia: Gino Cerrito , Il ruolo della organizzazione anarchica RL 1973 p. 294 e p. 295
  Volin morì nel 1945 e  la sua nota   opera “ La Rivoluzione sconosciuta  , la cui lettura è tuttora fondamentale per comprendere da un punto di vista libertario le rivoluzioni russe del 1905, del febbraio 1917 e dell ' ottobre 1917, fu pubblicata postuma nel 1947. Morì nel 1945 e  la sua nota   opera “ La Rivoluzione sconosciuta  fu pubblicata postuma nel 1947.  In questo libro è dato inoltre un importante spazio  anche alla rivolta di Kronstadt e al movimento makhnovista ucraino . (cfr. brano)

Brano da  commentare: “  … “ Senza esagerazione né vanteria, l’autore si permette di affermare che chi non avrà preso conoscenza del presente lavoro, resterà nell’ignoranza di un numero considerevole di fatti di una portata capitale. Un problema fondamentale ci è stato tramandato dalle rivoluzioni precedenti – alludo specialmente alla  Rivoluzione francese del 1789 e a quella russa del 1917 : - sorte all’origine contro l’oppressione, animate da potente soffio di Libertà, proclamanti  la Libertà come loro obiettivo  essenziale, perché esse sono andate a sbocciare in una nuova dittatura, esercitata da altri strati dominatori e privilegiati e quindi in una nuova schiavitù delle masse popolari Quali sarebbero le condizioni per evitare a una rivoluzione una così triste fine? Una tale fine sarebbe, per molto tempo ancora, una specie di fatalità storica; oppure si dovrebbe a fattori passeggeri, o addirittura ad errori e manchevolezze evitabili nell’avvenire? E in questo ultimo caso, quali sarebbero i mezzi per eliminare il pericolo che già minaccia le rivoluzioni future? Sarebbe permesso sperare che tale pericolo è superabile? Secondo l’autore di questo libro, sono precisamente gli elementi ignorati – e volutamente dissimulati – quelli che ci danno la chiave del problema e ci forniscono la materia indispensabile per la sua  soluzione. E l’opera presente è appunto un tentativo di chiarire questo grande problema mediante l’apporto di fatti precisi e incontestabili  […] Come ogni  Rivoluzione, la Rivoluzione russa possiede un tesoro di fatti  ignorati, ed anche di fatti insospettati. Il presente studio pretende prendere, un giorno, il suo modesto posto a fianco degli autori che avranno voluto, saputo e potuto esplorare queste immense ricchezze, onestamente e in totale indipendenza. “ (  tratto dall’ introduzione   a “ La Rivoluzione sconosciuta” )
Bibliografia:  Volin, La rivoluzione sconosciuta,  La Nuova Sinistra  . Edizioni Samonà e Savelli, 1970  (ristampa  dell’edizione RL 1950, Napoli) pp. XV e XVI. Di questo libro è stata recentemente pubblicata una nuova, e probabilmente più completa,  edizione a cura di Michela Ortu e Pierleone Mario Porcu, BFS,  2010.
 
 
                                                                             

 
MOLLIE STEIMER (1897-1980) Nata in Russia, da una famiglia di origine ebraica;  emigrò, nel 1912,  a New York dove  lavorò in una fabbrica di abbigliamento. Nel 1917 aderisce al gruppo anarchico ebraico “Frayait” che pubblicava un giornale clandestino in yddish “De shturm (= la tempesta), che,  dopo un   prese lo stesso nome ( Frayait) del gruppo. Nel 1918  Mollie  e gli altri redattori del giornale,   JACOB ABRAMS  ( 1886-1956) SAMUEL LIPMAN, HYMAN LACHOWSSKY e JACOB  SCHWARTZ vennero accusati  di cospirazione contro gli USA, Si ebbe un clamoroso processo, noto come “caso Abrams”, alla fine del quale Mollie  fu condannata a 15 anni di prigione* (Abrams, Lipman e Lachovsky a 20 anni, Schwartz era morto in seguito alle percosse della poliza subite durante l’arresto). Liberata , in attesa dell’appello,    Mollie fu nuovamente riarrestata e restò in prigione sino alla sua  coatta deportazione nel 1921 in Russia. A Pietrogrado si innamorò , ricambiata, di SENYA FLESHIN (1894-1981), anche lui arrivato in Russia, dopo essere stato negli USA un collaboratore della rivista  Mother Eart” della Goldman. Per le loro idee libertarie e rivoluzionarie Mollie e Senya furono ben presto imprigionati dai bolscevici e inviati per due anni in Siberia. Nel 1923, grazie a proteste internazionali a loro favore, furono espulsi dalla Russia e dopo alcuni anni in Germania e in Francia si trasferirono,  in Messico dove avviarono un  famoso studio fotografico, chiamato SEMO ( sigla che univa le prime due lettere dei loro nomi).
Brani da commentare:  1) “ L’anarchismo è un nuovo ordine sociale dove nessun gruppo  sarà governato da un altro gruppo di persone . La libertà individuale prevarrà nel pieno senso della parola. La proprietà privata sarà abolita. Ogni persona avrà un’  eguale  opportunità per sviluppare completamente se stesso sia mentalmente che fisicamente.  Noi non dovremo lottare per la nostra esistenza quotidiana  come facciamo ora.  Nessuno vivrà del prodotto altrui. Ogni persona produrrà  il più che potrà. […] Invece di  ingegnarsi  per  acquisire  denaro,  noi  ci ingegneremo per l’educazione, per la conoscenza …” ; 2)  “ Mentre oggi i popoli del mondo sono divisi in varie entità che si definiscono nazioni e una nazione sfida l’altra considerandola nemica, noi, i lavoratori del mondo, tenderemo le mani gli uni  verso  gli altri con amore fraterno. Alla realizzazione di questa idea dedicherò tutte le  mie energie e, se necessario, pagherò con la vita per questo.” (  dichiarazioni di Mollie Steimer durante il processo)
Bibliografia:  Primo brano in Mollie Steimer, in WWW.spartacus.schoolnet.co.uk/USA steimer.htm p. 1. (traduzione mia dall’inglese, che in verità non conosco. Spero di avere  colto il significato complessivo del brano. Comunque meglio , per chi sa l’inglese, consultare l’originale. ) . Secondo brano in Filippo Manganaro, Dynamite girl. Gabriella Antolini e gli anarchici italiani in America, Nova Delphi, 2013 p. 126.   Spero di trovare presto brani di Mollie Steimer e di Senya Fleshin anche durante gli anni trascorsi in Russia  
                                                                           
               

OLGA TARATUTA (1876-1938), anarchica  ucraina subì il suo primo arresto nel 1895. Aderì al Partito socialista operaio socialdemocratico, collaborò  nel giornale del partito , l’Iskra (= La scintilla) ed esiliata  in Svizzera conobbe Georgi Plekanov e Vladimir Lenin. Nel 1903 divenne anarco-comunista. Partecipò alla rivoluzione del 1905. Fu condannata a 17 anni di prigione, ma scappò dalla prigione e fuggì a Ginevra. Nel 1907 tornò ad Odessa e partecipò ad azioni e ad attentati contro il regime zarista. Nel 1908 fu condannata a 28 anni di prigione, ma nel 1917 venne liberata dalla rivoluzione  di febbraio. Nel 1920 aderì al movimento makhnovista  e fondò la Croce Nera anarchica  a sostegno dei detenuti politici nelle carceri  comuniste.  E’ in questo periodo che ebbe luogo il suo incontro con Emma Goldman e Sasha  Berkman. Alla fine del 1920 fu arrestata e messa in prigione. Nel 1922 fu esiliata  per due anni a  Veliky Ustyug.  Liberata si dedicò ancora  nuovamente ad attività dirette ad aiutare  gli anarchici in prigione sino al 1937  quando fu  condannata a morte per attività antibolsceviche e uccisa.       
Brani da commentare. “ Sorgi, popolo! I vampiri sociali ti stanno succhiando il sangue! Quelli che prima invocavano la libertà, la fraternità e l’eguaglianza si rendono ora responsabili di terribili violenze! Ora si fucilano i prigionieri senza processo né indagini e persino senza l’intervento del “tribunale rivoluzionario“. I bolscevichi sono diventati monarchici. Popolo! Lo stivale dei gendarmi calpesta tutti i tuoi sentimenti e desideri migliori. Non c’è libertà di parola, di stampa, di alloggio. Ovunque non c’è che sangue, lamenti , lacrime e violenza. I tuoi nemici hanno chiamato la fame ad aiutarli nella lotta contro di te. Sorgi, dunque , popolo! Distruggi i parassiti che ti tormentano! Distruggi tutti gli oppressori! Creati la tua  felicità, Non affidare a nessuno il tuo destino. Sorgi Popolo! Crea l’anarchia e la Comune” ! ( "Vestnik Anarkii” 1918. Questo manifesto anche se non so chi l'abbia scritto, mi sembra che esprima bene, per quanto ne so, il pensiero di Olga Taratuta).  2)  “..  I compagni di   Charkov, con l’eroico personaggio di Olga Taratuta alla loro testa, avevano tutti servito la Rivoluzione, combattuto sui  suoi vari fronti, sopportato le rappresaglie dei Bianchi, persecuzioni e prigionie imposte dai bolscevichi. Niente aveva scosso il loro ardore rivoluzionario, la loro fede anarchica …"  ( da Emma Goldman,  Vivendo la mia vita 1917-1928)            Bibliografia: Primo brano in Paul Avrich, Gli anarchici nella rivoluzione russa La Salamandra, 1976, p. 144. Secondo brano in   Emma Goldman, Vivendo la mia vita 1917-1928)  Zero in Condotta  1993

 
ALEXANDRE JAROSLAVSKI

   ALEXANDRE JAROSLAVSKI (1896-1930 ?) . Poeta e saggista libertario. che già nel 1917  riscuoteva una certa fama negli ambienti   delle avanguardie artistiche e rivoluzionarie russe. per la sua raccolta poetica, intitolata Uno sputo nell’infinito.

 Durante la guerra civile combatté sotto le milizie del comandante guerrigliero anarchico, NESTOR  KALANDARICHVILLI ,  (cfr.infra post LE DUE RIVOLUZIONI DEL 1917) dove fu incaricato, tra l’altro.  del settore culturale e didattico.  Tra il 1920-1921 fece  parte del Partito Comunista dell’Unione Sovietica da dove fu espulso probabilmente per le sue idee  libertarie. Nel 1922  Jaroslavski  aderì al « Biocosmismo ed ebbe un ruolo importante nella redazione della rivista L’Immortalita pubblicata a Pietrogrado.  .Inoltre pubblicò in questo periodo una nuova raccolta di poesie, intitolata,  La Santa Bestiale e il romanzo-utopia  Gli argonauti dell’Universo . (brano da commentare)
Brano da commentare:  “ Biocosmismo: dottrina utopica nata nel XX secolo alla interno ( charnière) della filosofia del  “cosmismo russo”, della prassi artistica futurista e delle idee politiche dell’anarchismo. I principi e gli obiettivi dei “biocosmisti” ( A. Aguienko - alias  Sviatogor -, A. Iaroslavski ed altri) sono la libertà assoluta dell’individuo e della sua opera  , ivi compresa la libertà di viaggiare nello spazio, il potere di creare e di ricreare l’Universo, di controllare il tempo. L’idea centrale è il progresso dell’umanità per raggiungere l’immortalità personale di ogni individuo, la resurrezione dei morti – sempre con  metodi scientifici”- ( N. Fiodorov ) e il popolamento del cosmo da parte degli umani (K. Tsiolkovski). Nel 1921-1922 , i biocosmisti fondano un “ Creatorium degli anarchici –cosmisti” e pubblicano (lancent) due riviste : Biocosmiste (Mosca) e  L’ Immortalité (Pietrogrado) …” ( in Evgeunie Iaroslavkaia-Markon , Revoltée, note)
Bibliografia: Evguenia Iarroslavskaia- Revoltée , Recit 2017 pp. 113-114 nota n. 21. (traduzione italiana mia da verificare.  Avevo già comprato questo libro  quando è uscita l'edizione italiana pubblicata da Guanda.


Numerose furono anche le sue conferenze di contenuto antireligioso e libertario e fu proprio durante una di queste che conobbe  Eugenia Markon che divenne presto  sua moglie e con-conferenziera nelle loro  tournées attraverso la Russia. L’ostilità delle autorità bolsceviche nei confronti degli Jarolavski  si  accrebbe sempre più, e da qui la decisione, nel 1925 di contrapporre  all’ ateismo adogmatico e libertario  una organizzazione filo-governativa chiamata Unione degli Atei . A capo dell’ Unione degli Atei fu messo un  noto bolscevico di antica data, Minei  Goubelman che aveva  come soprannome  Emelian Iaroslavski .  Di  questa artificiosa omonimia  le autorità si servirono per proibire ad Alexandre e ad Euvgenija  Jaroslavkaia-Markon di tenere conferenze, col pretesto di prevenire una inevitabile confusione. Alexandre Jaroralavski intravide in ciò  una meschina manovra politica  , che, tra l’ altro,  toglieva alla coppia la loro maggiore  fonte di sopravvivenza economica . (cfr. brano da commentare)
Brano da commentare  :  “ Io ho la mia propria personalità letteraria e il mio proprio nome letterario sinora senza macchia : non ho alcun desiderio che in ragione di una usurpazione d’identità sfrontata, mi si confonda con un volgare piccolo-borghese, funzionario sovietico ottuso messo a capo dell’ateismo governativo .” ( Lettera indirizzata alla redazione di Roul n. 1800 , 2 novembre 1926.)
Bibliografia: Evguenia Iarroslavskaia- Revoltée , Recit 2017 pp. 154  (traduzione italiana mia da verificare).


Pertanto Alexandre ed   Eugenia decisero di  lasciare provvisoriamente  la Russia e si recarono prima a  Berlino e poi a  Parigi dove entrarono, tra l’altro in contatto con  Sasha Berkman, Volin ( Vsevolod Mikhailovitch Eichenbaum) e Nestor Makhno. Tornato in Russia , conscio dei pericoli che avrebbe corso, Alexandre fu  immediatamente arrestato, con l’accusa di avere discreditato l’URSS  sulla stampa dell’emigrazione russa all’estero  e venne deportato in  Siberia dove, infine,  nel goulag dell’isola di Solovki  fu  fucilato  per ordine del direttore aggiunto, Dimitri  Ouspenki.
 

EVGUENIA JAROSLAVSAIA MARKON

EVGUENIA  JAROSLAVKAIA MARKON (1902- 1931) Nata in una famiglia  di borghesi intellettuali e progressisti. Il padre Isaak Markon fu un rinomato bibliotecario imperiale, filologo, storico medievalista e filosofo. Fin da giovanissima  radicalizzò all’estremo le idee progressiste della sua famiglia. (brano da commentare)
Brano da commentare : “ Diventare quando sarei stata grande una rivoluzionaria clandestina, era per me un progetto fermamente irrevocabile , ma io avevo un altro sogno, ancora più dolce, un sogno segreto: quello di respingere tutto ciò che apparteneva all’intellighenzia, di rinunciare anche  alla mia istruzione, di abbandonare gli studi, di lasciare la mia famiglia e di  non andare mai  (partir a jamais) a lavorare in fabbrica, e anche di sposare non un intellettuale, non un leader rivoluzionario, ma un semplice operaio …..” ( Evgeunia Jarolavskaia-Markon, Autobiografia (1931)
Bibliografia: Evguenia Iarroslavskaia- Revoltée , Recit 2017 pp. 20-21  (traduzione italiana mia da verificare).

 
 Durante la rivoluzione del febbraio 1917 riuscì sfuggendo alla sorveglianza dei famigliari a scendere in strada e partecipare all’assalto della fortezza Litovski caldeggiando la liberazione dei detenuti comuni oltre a quelli politici. Durante un breve soggiorno a Mosca in visita della nonna aderì provvisoriamente   al Partito Socialdemocratico russo e più tardi , tornata a Pietrogrado  ( nome di San Pietroburgo dal 1914 e poi dal 1921 di Lenigrando) frequentò per un breve periodo di tempo lo studio drammatico d’arte del  Proletkult (Organizzazione  Proletaria  Culturale Educativa). La sua definitiva rottura con il  bolscevismo avvenne  in seguito  alla rivolta di Kronstad  del 1921 e alla sua spietata repressione . (brano da commentare)
Brano da commentare: “ In quel periodo si svolsero gli avvenimenti di Kronstadt … io li seguivo da lontano, come un gatto che stava adocchiando ( lorgnant) un pezzetto di burro. Le mani e l’anima mi prudevano   per prendere parte attiva alla rivolta di Kronstadt: non era  un piccolo volgare complotto della guardia bianca; era una vera rivoluzione, e non una rivoluzione bolscevica  deformata (abrutié) dal potere; ed essa era stata provocata  dagli stessi che, a loro tempo, avevano fatto  quella di ottobre: i marinai del Baltico. [….]  noi sappiamo che in realtà la  rivolta di Kronstadt era non solamente rivoluzionaria nei confronti del potere sovietico, ma per la sua ideologia, molto più a sinistra, più coerente e più onesta, E , d’altronde,  è per questo motivo,  che il potere sovietico ne ebbe così paura e l’ ha represso in modo così sanguinoso. Per questo fatto, il potere sovietico è diventato non solamente conservatore, ma per giunta, contro-rivoluzionario” ( dall’autobiografia di Evguenia Jaroslavia-Markon, , 3 febbraio 1931 )
Bibliografia: Evguenia Iarroslavskaia- Revoltée , Recit 2017 p. 36 e p. 38  (traduzione italiana mia da verificare).
 

 Nel 1922 conobbe  Alexandre Jaroslavkai e  pochi mesi dopo il loro matrimonio Evguenia subì un drammatico incidente per cui le furono amputati i due piedi, il che, tuttavia,  non le impedì ,  sino al giorno della sua morte, di vivere in modo estremo i suoi ideali di libertà e di rivolta.  Insieme ad Alexandre tenne conferenze di contenuto libertario nonostante il crescente  contesto monopolizzatore e repressivo instaurato dai bolscevichi.    Nel 1925,  dopo la creazione  da parte del regime bolscevico  della filo-governativa Unione degli Atei  partirono per l’estero e soggiornarono prima a Berlino e poi a Parigi. Dopo il ritorno in Russia e l’arresto di Alexandre Jaroslavkaia (vedi sopra)  Evguenia si dette sempre più ad una vita  totalmente immersa nella illegalità identificandosi sempre più praticamente  e ideologicamente,con il sottoproletariato e con il mondo della malavita . ( cfr. brano da commentare)
Brano da commentare: “ Sia ben chiaro: io ho condiviso  il mondo dei ladri non come si va  presso dei giovani fratelli, per insegnare loro, no, io sono andata per imparare  Il loro mestiere di ladri, la loro morale  di ladri. E io non avevo intenzione di portare loro qualche nuova dottrina,  ma di ridare vigore alle vecchie leggi dell’ambiente già vigenti   presso di loro, divenute da qualche tempo vacillanti: odio implacabile verso i poliziotti (cognes) e gli informatori …” ( Evgenia Jaroslavkaia-Markon, Autobiografia , 3 febbraio 1931 p. 82)
Bibliografia: Evguenia Iarroslavskaia- Revoltée , Recit 2017 p.82  (traduzione italiana mia da verificare).

 
 Più volte arrestata per furto, vagabondaggio e propaganda sovversiva  fu infine deportata nei gulag delle isole Solovki, dove tentò invano di sollevare una rivolta tra detenuti politici e comuni essendo  convinta che solo  la propaganda del fatto concretizzata in continui tentativi insurrezionali potesse far crollare la dittatura bolscevica. (cfr. brano da commentare)
Brano da commentare: “ Nella mia lotta contro  il potere “sovietico” , io ritengo che tutti i mezzi siano permessi, in primo luogo l’organizzazione di insurrezioni contadine. E’ egualmente di estrema importanza di condurre una propaganda tra le unità dell’ Armata Rossa  , al fine di  persuadere i soldati a disertare,  tornare ai loro villaggi natali con i loro fucili e costituire una forza armata antibolscevica . […]  Come mezzo ausiliario di lotta, credo  necessario appoggiare il mondo criminale, in quanto “eterno germe di sedizione”, anche se è la classe contadina, certamente, che avrà un’importanza decisiva e non il sottoproletariato (truanderie) non organizzato e non organizzabile. […] Certo, l’ efficacia di un’ operazione  antibolscevica non è fattibile che in libertà, ma è possibile   svolgere una certa attività nel contesto del campo di concentramento delle Solovki. […] è possibile  condurre una insurrezione all’interno stesso del campo di concentramento. Ciò non basterà , sicuramente, a rovesciare il regime, ma permetterà di organizzare brillantemente una evasione massiccia “ ( Interrogatorio di E. Iaroslavskaia del 12-01-1931) 
Bibliografia: Evguenia Iarroslavskaia- Revoltée , Recit 2017 pp. 126-127  (traduzione italiana mia da verificare).

 

In quelle stesse isole  era rinchiuso  il marito,   senza però, sembra, che abbia potuto mai comunicare con lui e che abbia saputo dell’ esecuzione di Alexandre solo poco prima di essere fucilata anche lei . Una verosimile descrizione della morte di Evgenija la si conosce attraverso la testimonianza di un guardiano, che racconta come il direttore del gulag, Dimitri Ouspenski,   intervenne   personalmente all’esecuzione di  Evgenija Jaroslavkaja  Markon insultandola e malmenandola sino all'ultimo.(cfr. brano)

Brano da commentare:  “ … E’ la vedova del poeta sovietico Iarolavski recentemente fucilato per tentativo d’evasione.   Nel cortile della fortezza essa ha lanciato una pietra a  Ouspenski che  ha fatto giustiziare suo marito. E’ per questo  che lei ora  deve morire. Io sento al di fuori un rumore di stivali.  Sono i carnefici che arrivano.  […]  il primo a entrare è il carnefice amatore , il direttore del campo , il camerata Ouspenski. E’ venuto in persona  per giustiziare questa donna per un semplice sasso. […] Ella si alzò a fatica , appoggiandosi al muro, poi marciò diritto verso Ouspenski. Quello  sembrò entusiasta dell’occasione che gli era offerta di uscire dalla propria ansia e l’ingiuriò nei termini più abbietti. - Allora, ora tocca a te di seguire lo stesso cammino di tuo marito. Guarda, è con questo revolver che io ho piantato una pallottola nella testa di quell’ imbecille del tuo Iaroslavski” . Improvvisamente , la donna si. mette a urlare e a cercare di svincolarsi dai suoi legami ( à tirer sur ses liens) Ouspenski la guarda e comincia a ridere  in modo convulso e forzato. Una finzione: egli non aveva affatto voglia di ridere. -    Slegami le mani, specie di carogna rognosa ! urlava Iaroslavkaia, isterica , avanzando all’indietro verso di lui , come se veramente si aspettasse che gli sciogliesse le mani   legate strette dietro la schiena . Poi improvvisamente lei si rigirò brutalmente, lanciò un urlo e gli sputò sul viso. Ouspenski diventò raccapricciante al guardarlo. Vomitando ingiurie l’abbatté con un colpo del calcio del  revolver e si mise a calpestarla mentre lei giaceva  senza conoscenza. Allora cominciò [… ]  Io non  vedevo la scena dell’esecuzione, io non sentivo che il rumore secco dei colpi d’arma da fuoco sparati dai carnefici …….” ( Testimonianza del guardiano Arkadi Myslitsine )

Bibliografia: Evguenia Iarroslavskaia- Revoltée , Recit 2017 p.  145 (traduzione italiana mia da verificare).


Concludo citando il giuramento di Iaroslavkaia –Markon di vendicare con la parola e col sangue il suo uomo e tutte le vittime della dittatura , inclusi i carnefici stessi. (cfr. brano)

 Brano da commentare:  “ Giuro di vendicare Alexandre Iaroslavski – non solamente l’essere amato, ma il compagno d’armi, il complice, il “camarade d’affaires” ( come si dice tra noi nel linguaggio della malavita) e soprattutto il poeta geniale abbattuto dalla vostra mediocrità! E non solamente lui: io giuro di vendicare i poeti fucilati- Gumiliov, Lev Tchiorny, l’enigmatico Fäine , il poeta Essénine perseguitato e spinto al suicidio. Io giuro anche di vendicare il disgraziato di cui la mano armata di un revolver a spento il pensiero luminoso di Alexandre Iaroslavski, e tutti i fucilieri che ipnotizzati dalle vostre parole ipocrite pseudorivoluzionarie accettano, con la noncuranza di un salariato o di uno schiavo, di diventare degli assassini; io giuro di vendicare con la parola e con il sangue tutti quelli che “non sanno quello che fanno” .  Ed io manterrò questo giuramento, a condizione  ovviamente che questa autobiografia non sia votata a divenire una “autonecrologia” ….(  Evgeunia  Iaroslavskaia-Markon, , Autobiografia ..)
Bibliografia: Evguenia Iarroslavskaia- Revoltée , Recit 2017 pp. 60-61 (traduzione italiana mia da verificare).






 





 
 

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