sabato 30 aprile 2011

ANARCHICINI: ANARCHICI INGLESI (2) : COLIN WARD (1924-2010), VERNON RICHARDS ( 1915-2001), NICOLAS WALTER ( 1934-2000) , ALEX COMFORT (1920-2000), GEORGE WOODCOCK (1912-1995), LILIAN WOLF (1875-1974), HERBERT READ ( 1893-1968)


COLIN WARD (1924-2010), anarchico inglese, architetto, insegnante, scrittore. A 18 anni, nel 1942, fu arruolato sotto le armi, ed essendo studente di architettura fu  destinato  al corpo dei genieri. Nell’autunno del 1943  fu inviato in Scozia ed entrò in contatto con il movimento anarchico di Glascow  e in seguito con il gruppo di Freedom Press  ,  a Londra, di cui facevano parte tra gli altri, Maria Luisa Berneri , Vernon Richards, Lilian Wolfe, George Woodcock, John Olday e John Hewetson   Durante il processo contro  il  giornale War Commentary (cfr. post Vernon Richards),    Colin Ward , ancora soldato,  testimoniò a favore della difesa nonostante che fosse stato convocato come testimone dall’accusa. Dimesso , finalmente,  dall’esercito nel 1947 , entrò subito a far parte  della redazione di Freedom, di cui , sino al 1960, fu, spesso, anche direttore. Dal 1961 al 1970 diresse il mensile Anarchy.  Numerosi sono i suoi libri dedicati a molteplici argomenti  (pedagogici, urbanistici , sociali ecc.)  
Brano da commentare:  1)  “Come si reagirebbe alla scoperta che la società in cui si vorrebbe realmente  vivere c’è già (….) se non si tiene , ovviamente conto  di qualche piccolo guaio come sfruttamento, guerra, dittatura e gente che muore di fame? Questo libro vuol proprio dimostrare che una società anarchica, una società che si organizza senza autorità, esiste da sempre, come un seme sotto la neve, sepolta sotto il peso dello stato e della burocrazia, del capitalismo e dei suoi sprechi, del privilegio, e delle ingiustizie, del nazionalismo e delle sue lealtà suicide,  delle religioni e delle loro superstizioni e separazioni […….]  “ Una  componente  importante nell’impostazione anarchica dei problemi organizzativi è costituita da quella che potremmo definire la teoria dell’ordine spontaneo. Essa sostiene che, dato un comune bisogno, le persone sono in grado,  tentando e sbagliando, con l’improvvisazione e l’esperienza, di sviluppare le condizioni per il suo ordinato soddisfacimento e che l’ordine  cui si approda  per questa via è di gran lunga più duraturo e funzionale a quel bisogno, di qualsiasi altro imposto da un’autorità esterna […] “ Il principio di autorità permea a tal punto ogni aspetto della nostra società che solo nelle rivoluzioni, in situazioni di emergenza o nell’ambito di “ happening” il principio dell’ordine  spontaneo riesce ad emergere …” ( da  “ Anarchy in action”  1973) 
Bibliografia: Il brano citato (versione italiana)  è tratto da Colin Ward, La pratica della libertà, Eléuthera 1996 pp. 11-12 e p. 32 .

Un elogio del pensiero e dell’opera di Colin Ward si trova  nella parte finale del libro di Massimo Michelucci:, Galileo Palla (1865-1944) Anarchico notissimo, audacissimo, pericolosissimo. Cfr. brano:
Brano da commentare:  …Oggi  si può quindi parlare di un nuovo pensiero anarchico che ha ormai addirittura un suo classico nel libro di Colin Ward, Anarchia come organizzazione, del 1973. Sarebbe di certo un errore considerare tale titolo un ossimoro  . Ward spiegava infatti che col Sessantotto si “riparlò del decentramento politico e sociale, della gestione operaia dell’industria, del potere studentesco, della gestione comunitaria dei servizi sociali”, temi per i quali “l’anarchismo, non più, pittoresco fenomeno dei tempi andati, si presentava come modello di organizzazione umana”. Ed in ciò riprendeva i classici che avevano parlato di organizzazione possibile pur in assenza di governo, cioè di autorità, quindi in definitiva di potere, ricordando la teoria delle “piccole unità federative” di proudhon, la necessità dello “abbattimento del potere statale” di Bakunin, il “mutuo appoggio e la cooperazione” di Kropotkin. Annotava poi che le alternative erano già presenti “negli interstizi della struttura del potere”£, per cui a voler costruire una società libera  gli elementi erano già tutti a portata di mano” L’autore titolava infine un capitolo del libro Anarchia e futuro plausibile. In esso si poneva la questione di come sia possibile ai nostri  tempi allargare  l’influenza dei metodi libertari, nella consapevolezza che “ l’autorità si può imporre la libertà assolutamente no”.  Annotava poi che le forme diffuse di associazionismo, che avevano sicuramente carattere libertario, tra loro collegate assumevano le “caratteristiche di una rete”. Prefigurando il tema che è divenuto molto attuale, con l’avvento globale di internet, del potere diffuso e della cosiddetta “società aperta” di popperiana memoria. Rilevava, anche  in base all’importanza dei temi ecologici, come l’umanità in futuro si sarebbe trovata costretta ad affrontare l’esigenza di una maggiore partecipazione alla gestione della società, anche proprio per la grande responsabilità di determinate scelte.  …”  (Massimo Michelucci, Galileo Palla…, 2016)
Bibliografia : Massimo Michelucci:, Galileo Palla (1865-1944) Anarchico notissimo, audacissimo, pericolosissimo. ISRA- Istituo Storico Resisstenza  Apuana, 2014  pp. 192-193
 
VERNON RICHARDS
   VERNON RICHARDS (1915- 2001) era figlio del noto anarchico EMIDIO RECCHIONI,  ( che emigrato a Londra per motivi politici,  aveva aperto  a Soho un famoso negozio King Bomba,  importante punto di riferimento per gli anarchici di tutti i paesi).  Vernon, ventenne, dopo un breve periodo in Francia, dove conobbe per la prima volta MARIA LUISA BERNERI (cfr. post GIOVANNA CALEFFI BERNERI …). Dopo breve tempo  decisero di vivere insieme e si trasferirono a Londra dove fecero parte del gruppo, riunito intorno alla  rivista “ Freedom Press” Nel 1945  Vernon Richards fu condannato a  9 mesi di prigione assieme  a John  Hewetson e a Philip Samson  per  propaganda antimilitarista.  Diresse Freedom dal 1951 al 1964, cessando la sua collaborazione a questo periodico solo negli anni novanta. Assai importanti sono i suoi due libri:  Lessons of the Spanish  Revolution , dove critica in modo appassionato e al tempo stesso assai rigoroso il ministerialismo anarchico (cfr. post su "i ministri anarchici") e la militarizzazione delle milizie  e Malatesta: Life  and ideas. (cfr. brano)  
Brano da commentare:  “ La Russia nel 1917, la Spagna nel 1936, l’Italia nel 1920 furono i capitoli culminanti di lunghe storie di lotte, di sfide e di rivolte, di massimi punti di “penetrazione rivoluzionaria” seguiti da “anni neri” , di dittature militati e di soppressione dei "diritti più elementari” […] Se noi liquidiamo questi insuccessi con la massima che “ violenza genera violenza” come fanno invariabilmente i propagandisti della “non violenza” non avremo imparato niente. Il fatto stesso che “essi” propongono di combattere la violenza dello Stato e delle classi privilegiate, con la “non violenza” che essi presentano come una tattica valida che indica che neppure loro sono convinti che  “ la violenza genera violenza”.  E in effetti è sufficiente guardarsi attorno per vedere che la violenza dello Stato “genera” più spesso , obbedienza e servilità, oltre a sentimenti repressi di  vendetta che nei momenti della rivolta poi si manifestano in orribili, antisociali atti di violenza. E sono poi queste esplosioni da parte delle vittime – politicamente inconsce – della società autoritaria e non le generose positive pratiche azioni che i rivoluzionari coscienti compiono in quei momenti storici, quelle su cui nel cuore della lotta si gettano i giornalisti della reazione e che sono poi perpetuate dagli storici, altrettanto reazionari, isolati e senza immaginazione” ( da  Vernon Richards, Malatesta, vita e idee“ )
Bibliografia: Vernon Richards, Malatesta, vita e idee“, Edizione Collana Porro, 1968, pp. 348-349

Notevoli sono anche  le sue fotografie, raccolte ora in 4 libri, tra cui quelli che conosco sono  Beauty is more than “in the Eye of the Beholder”, Freedom  Press, 1999 e  A part-time Photographer Portrait Gallery, Freedom Press 1999..
                                                                                 
NICOLAS WALTER
    NICOLAS WALTER ( 1934-2000) anarchico inglese scrittore, giornalista , speaker e militante. Suo padre  William
Grey  Walter era  un noto pioniere cibernetico e neurofisiolog.. Walter studiò Storia a Oxford .  Divenne anarchico, dopo avere fatto alcune importanti esperienze  politiche , editoriali e giornalistiche nel 1959 e collaborò, e tavolta diresse, pubblicazioni anarchiche, come, per esempio, Freedom, Anarchy ed altre.. Nel 1961 fu uno dei fondatori del  “Comitato Nazionale dei 100”, un gruppo non-violento,  impegnato, tra l’altro, ad opporsi alla eventualità di una guerra nucleare e alla fabbricazione di armi destinati  allo sterminio di massa.  Fu tra gli oppositori  più determinati, in Inghilterra,  della guerra  degli Stati Uniti contro il Vietnam.   Per la sua interruzione nel 1966, ,  nella Chiesa Metodista di Brighton,  di un discorso  a favore dell’intervento in Vietnam del  Primo Ministro  Harold  Wilson, accusato in quell’occasione, da Walter ed alcuni suoi compagni di essere un ipocrita fu condannato a due mesi di prigione.  Continuò poi la sua intensa attività sia di scrittore che di militante sino alla sua morte avvenuta per cancro nel 2000. 
Brano da commentare: “ La prima cosa che fanno gli anarchici, è pensare e parlare. Poche persone sono anarchici  di nascita, ed  è una esperienza  sconcertante di diventarlo, in quanto implica un considerevole  sconvolgimento emotivo ed intellettuale. Un anarchico cosciente  si trova sempre in una situazione difficile ( pressappoco, diciamo, di quella diu un ateo nell’ Europa medievale); è difficile  varcare le barriere del pensiero e persuadere la gente che la necessità del governo (come l’ esistenza di Dio) non è  di per sé ovvia ( ne va pas de soi)  ma può essere messa in discussione e anche respinta. Un anarchico deve elaborare continuamente una nuova  visione del mondo e una nuova maniera di agire; ciò  si compie  generalmente nelle conversazioni con  persone che sono anarchiche o  vicini all’anarchismo ,  in particolare con gruppi o attività di sinistra. D’altronde l’ anarchico, anche, il più dogmatico ha contatti con non-anarchici, e questi contatti sono inevitabilmente tante occasioni per diffondere le proprie idee. Nella sua famiglia, con i suoi amici, presso di lui, al lavoro,  ogni anarchico che non sia unicamente “filosofico” è  inevitabilmente influenzato.  Senza che ciò sia un qualcosa di assoluto,  gli anarchici sono in generale meno  preoccupati delle altre persone per problemi  come la fedeltà del loro congiunto , l’obbedienza dei loro bambini, il conformismo dei loro vicini, o la puntualità dei loro colleghi. Gli impiegati e i e i cittadini anarchici amano meno di fare ciò che gli  si dice , e gli insegnanti e i genitori amano meno obbligare gli altri a fare che essi dicono a loro. Un anarchismo che non traspare nella vita privata non è  veramente  degno di fiducia …” ( Nicolas Walter,  Pour  l’anarchisme)
Bibliografia: Nicolas Walter,  Pour  l’anarchisme ( traduzione francese di About Anarchism), Centre International de Recherches sur L’ Anarchisme CIRA) p. 40 (traduzione italiana mia) 
                                                                               
                                                                                
ALEX COMFORT

ALEX  COMFORT (1920-2000) Laureatosi in Medicina a Cambridge aderì a movimenti non violenti e  antimilitaristi. Durante la seconda guerra mondiale si professò obiettore di coscienza e si oppose fortemente  ai bombardamenti a tappero sulle città tedesche. Negli anni cinquanta frequentò con regolarità e impegno il gruppo anarchico  riunitosi intorno al giornale Freedom insieme a Vernon Richards , a Maria Luisa Berneri, (cfr.post MARIA LUISA BERNERI) Herbeert read, George Woodcock ed altri. Nel 1961 fu arrestato  insieme ad altri compagni,  tra cui  Bertrand  Russel, per avere partecipato a Trafalgar Square  in una  manifestazione antimilitarista. Tra i suoi numerosi libri mi limito a citare quelli che ho letto : Potere e delinquenza : saggio di psicologia sociale ( prima edizione 1950) e  La gioia del sesso. ( prima edizione : !973)
( cfr. brani) 
Brani da commentare:  1) “ Le considerevoli differenze esistenti fra le culture  centrate sul potere” e quelle “centrate sulla vita” hanno una stretta analogia con quelle fra gli individui che cercano il potere e quelli che cercano la vita. Quasi tutte le prove di cui disponiamo ci dicono che la teoria psicoanalitica, la quale attribuisce queste differenze all’identificazione con l’uno o l’altro dei genitori, è molto utile per interpretare tanto il comportamento culturale quanto quello individuale. Nei casi più caratteristici la società “patriforme” , basata sulla gelosia del padre, concentra i suoi divieti sul sesso  e sulla disobbedienza all’autorità, mentre la società “matriforme” li  concentra sulle azioni che mettono a rischio l’approvvigionamento del cibo. Si possono suddividere con una certa facilità in queste due categorie sia le società civilizzate sia  quelle primitive; quanto ai raggruppamenti politici moderni, anche tra questi compaiono occasionalmente le classiche  società  “patriformi” , dove le pene tipiche sono la morte o la castrazione e, dove la posizione delle donne tende  a svalutarsi. La Germania nazista ne è stato un esempio. Con lo sviluppo del centralismo è senza dubbio più facile descrivere in modo accurato le società moderne operando una suddivisione fra individui “patriformi”, che gravitano nell’orbita del governo, e individui “matriformi “ che si impegnano invece in campi dove la cooperazione, la produzione e la creazione sono più importanti del comando, della proibizione e della coercizione. E tanto la sociologia che la psichiatria ci offrono numerose prove a favore della tesi secondo cui il governo moderno tende a reclutare i suoi membri selezionandoli da un ambito particolare e disadattato della collettività …”  (Alex Comfort, Potere e delinquenza , (prima edizione : 1950) . 2) … “ Questo libro tratta sia  dell’amore che del sesso, come è implicito nel titolo; è impossibile ottenere del sesso di alta qualità in altro modo : o ci si  ama prima di desiderare il sesso, o, se ci si trova a letto per caso, ci si ama proprio per il sesso o tutt’e due le cose insieme. Non c’è ragione di discutere su questo, ma proprio come è impossibile cucinare senza calore, è impossibile fare all’amore senza “feedback” ( e forse proprio per questo che si dice “fare all’amore” e “ non fare del sesso”). Il sesso è una cosa che ci insegna a trattare le persone come tali. “Feedback” significa una giusta combinazione di pause e attività, di fermezza e tenerezza, di autorità e  affetto.  Tutto questo viene con l’empatia e una lunga conoscenza reciproca, Chiunque sim aspetti di ottenerlo la prima volta, con un estraneo, è un ottimista o un nevrotico: e se lo ottiene si tratta senz’altro di quello che una volta veniva definito amore a prima vista e che capita raramente: l’abilità o la varietà non sono sostituti validi. E’ impossibile anche insegnare la tenerezza. “ (  Alex Comfort , La gioia del sesso ) 
Bibliografia:  Primo brano in  Alex Comfort, Potere e delinquenza . Saggio di psicologia  sociale, Elèuthera, 1996, pp. 141-142 . Secondo brano in Alex Comfort, La gioia del sesso,  La biblioteca di Per me , p.  9
                                                                           
GEORGE WOODCOCK
GEORGE WOODCOCK (1912-1995) Anarchico pacifista canadese , la cui famiglia si trasferì in Inghilterra quando era ancora bambino .  Divenuto anarchico frequentò il gruppo di Freedoom e  durante la seconda guerra mondiale si proclamò, così come, altri compagni del gruppo, obiettore di coscienza. Nel dopoguerra tornò in Canada e  insegnò letteratura inglese all’ Università , prima, all’ Università di  Seattle e dopo  Università della Columbia Britannica. Pubblicò numerosi libri sull’ anarchia, tra cui il più famoso, in Italia, ed è l’unico che personalmente ho letto, è  L’ anarchia storia delle idee e dei movimenti libertari .
Brano da commentare:  “ Il retaggio dell’ anarchia nel mondo moderno è rappresentato da alcune esistenze esemplari di sacrificio e di dedizione, come quelle di Malatesta e di Louise Michel, ma soprattutto dall’incitamento a tornare ad una concezione morale e naturale della società quale troviamo  negli scritti di Godwin e Tolstoj, di Proudhon e Kropotkin, e dallo stimolo che questi scrittori offrono a quel gusto per la libertà di scelta e di giudizio a cui la grande maggioranza degli uomini ha oggi rinunciato in cambio della prosperità materiale e dell’illusione della sicurezza. I grandi anarchici ci esortano ad un’intima libertà che farà di noi una generazione di principi, ci insegnano a sentire in noi la giustizia come un fuoco interiore, ci dicono che la voce sommessa del nostro cuore parla più veracemente dei cori di propaganda che ogni giorno assalgono le nostre orecchie […] In quest’insistenza sull’interdipendenza di libertà e di realizzazione del proprio io morale, sull’impossibilità che una viva senza l’altra, sta la  lezione essenziale dell’anarchismo autentico. “ ( George WoodcockL’anarchia. Storia delle idee e dei movimenti libertari  (prima edizione: 1962)
Bibliografia: George Woodcock, L’anarchia. Storia delle idee e dei movimenti libertari, Feltrinelli Editore, Milano, 1966, p. 421 
                                                                                    


LILIAN WOLFE (1875-1974). Lilian Wolfe ( il cui vero nome era Lilian Gertrude Woolf)  fu un’anarchica pacifista e antimilitarista. Delusa dal partito socialista e  dal suffragismo femminile diventò anarchica ed entrò a far parte della rivista  Libertà, uno dei periodici che in Inghilterra più si batté  per la libertà di stampa.     Nel 1915  assieme al suo compagno TOM KEEL  (1866-1938), FRED DUNN (1844-1925), ERRICO MALATESTA,  DOMELA NIEWENHUIS,  EMMA GOLDMAN, SASHA BERKMAN  tanti altri firmò il Manifesto Internazionale contro la guerra.  Lilian  e Tom contribuìrono, poi,  alla fondazione del  periodico La voce del lavoro, dove venne condotta, in piena guerra,   una dura lotta, tra l’altro,  contro la legge, introdotta nel 1916, della leva obbligatoria. La casa di Londra   (  "La Mark House ") in cui vivevano, assieme a Jim e Nellie Dick (cfr. post  LA SCUOLA MODERNA DI STELTON) , Fred Dunn e altri,  divenne, in questo periodo,  anche un attivo Centro per la Lega conto  l’Anti- coscrizione.  Per questa loro propaganda antimilitarista furono arrestati e  messi in prigione. Nel 1920 Lilian e Tom si trasferirono nella Colonia anarchica di Whiteway, dove restarono sino al 1938, anno in cui morì Tom. Divenuta un elemento assai importante all’interno della redazione di  Spain  and the World, prima e , poi, di  War  commentary  e infine di   Freedom” , partecipando attivamente alla propaganda anarchica  contro la guerra e contro il militarismo, sino all’età di 99 anni. (cfr. brano)
Brano da commentare: “…” Nel 1943 Lilian Wofe, che aveva gestito un negozio di alimentari a Strud nel Gloucestershire, lo lasciò all’età  di sessantasette anni, per gestire l’ufficio di Fredom Press a Londra. E’ morta nel 1974 a  noventotto anni, e Nicolas Walter racconta: “ Per oltre venticinque anni Lilian Wolfe è stata la colonna dell’amministrazione di Freedom Press nelle varie sedi che la casa editrice ha avuto a Londra. Era lei la persona da cui dipendeva tutta l’organizzazione: la persona di assoluta fiducia che fa andare avanti tutto l’ufficio, apre e chiude il negozio, risponde al telefono e alle lettere, tiene la contabilità e mantiene i contatti. Era in rapporto personale con migliaia di lettori della rivista…” Il che è senz’altro vero anche nel mio caso. Quando le scrivevo in modo vago da un indirizzo militare, mi rispondeva sempre e mi mandava copie straniere, come “ La protesta” di Buenos Aires e “ L’Adunata dei Refrattari” di New York "  (Intervista di David Goodway a Colin Ward, Lo sguardo anarchico,  maggio 2003) 
Bibliografia.: Lo sguardo anarchico . Intervista di David Goodway a Colin Ward in A Rivista  anarchica  anno 33 n. 290, maggio 2003, p.

                                                                              


HERBERT READ (  1893-1968)   anarchico, poeta e critico  d’arte e  lerratura.   Orfano di padre, a soli sedici anni fu assunto da una banca, continuando però astudiareriuscendo nel 1914 a laurearsi.  Durante la prima guerra mondiale  raggiunse  il grado di capitano e decorato con una  medaglia  al valore. Aderì all’anarchismo  verso la fine degli anni trenta e partecipò attivamente  ai comitati di soccorso a favore della rivoluzione sociale spagnola e  alla propaganda di Emma Goldman per  l’ International Antifascist Solidarity e   insieme al gruppo di Maria Luisa Berneri assunse posizioni pacifiste, anche se con “qualche riserva”. Le sue convinzione antimilitariste e pacifiste ideali sono comunque ben espresse, tra l’altro, nella poesia The Happy Warrior, che consiste in una replica ironica al poema  Character of the happy warrior,  scritto da William Wordsworth  alla notizia della morte, nel 1806, di Lord Nelson.  I suoi ideali antimilitaristi .   (cfr. poesia da commentare). 
Poesia da commentare: “ Il suo cuore selvaggio batte a sbuffi dolorosi /  Le sue mani meccaniche stringono un fucile freddo come ghiaccio. / Le sue mascelle in dolenzite stringono una lingua calsa e secca / I suoi occhi spalancati scrutano istintivamente / Non può strillare / Una saliva di sangue /  Scivola lungo la sua giacca senza più forma / L’ho visto colpire / E colpire ancora / Un crucco ben morto. / Questo è il guerr iero felice. / Questo è …. ( Il guerriero felice (  Herbert  ReadThe Happy Warrior  )
Bibliografia:  Herbert Read, The Happy Warrior , in  http://portoinglese.blogspot.it/2013/04the-

Scrisse numerose opere sull’arte, sull’ estetica  e sull’anarchismo. Personalmente ho sinora potuto leggere su Internet soltanto  alcuni brani del suo  libro “ Educare verso l’arte del 1943” , che ho trovato  molto interessante . ( cfr. brano 
Brano da commentare: “ … Alla cognizione formale del mondo, propria del pensiero logico, si contrappone l’essere organico del mondo, come realtà concreta. Da un più vasto punto di vista sociale, si afferma che un modo di vita fondato sulla conoscenza delle relazioni organiche ( per usare la frase di Platone) è una guida più sicura,  nell’organizzazione sociale, che i sistemi e le ideologie nate dal pensiero logico. Queste conducono a quelle deviazioni dallo sviluppo naturale (vedi le attuali tendenze di materialismo storico, razzismo, totalitarismo ) che negano , in un modo o nell’altro, una verità fondamentale : che la legge dello sviluppo è inerente all’universo e palese nell’uomo naturale. Lo scopo dell’educazione logica è di determinare, nell’individuo, la capacità di integrare le proprie esperienze in una visione logica dell’universo, la quale implica concezioni dogmatiche del carattere e della morale. Lo scopo dell’ educazione immaginativa  è stato descritto da Platone : infondere una completa e sensuosa coscienza dell’armonia e del ritmo che  entrano nella costituzione di tutte le cose viventi, e sono la base formale di tutte le opere d’arte, affinché il bambino, nella sua vita e nelle sue attività , possa partecipare della stessa grazia e bellezza organica Con questa educazione rendiamo il bambino, cosciente di quell'istinto della relazione cche, anche prima dell' intervento della ragione gl permetterà di distinguere il bello dal brutto, il buono dal cattivo, la giusta linea di condotta da quella sbagliata, la persona nobile dall'ignobile. Il mio invito al riconoscimento del posto dell'arte nel sistema educativo mira lontano. Si vuole che l'arte, in senso lato, posssa  essere la base fondamentale dell'educazione. Nessun' altra disciplina, infatti, è capace di dare al bambino, non solo una coscienza in cui immagine e concetto , sensazione e pensiero siano collegati e unificati, ma anche una conoscenza istintiva delle leggi dell' universo ed un atteggiamento o un comportamento in armonia con  la natura ..."
( Herbert  ReadEducare con l’arte,  )
Bibliografia: Herbert Read, Educare con l’arte, Edizioni di  Comunità , 1962, pp. 93-96. 262, 351
 
Spero, un giorno, di potere arrivare a una conoscenza del suo pensiero più approfondita .   Nel 1953 accettò l’onorificenza di Knighthood (Cavaliere) per i suoi studi.  Negli ambienti anarchici fu   per questo molto criticato, ma,  secondo quanto rivelò, in una lettera a Vernon Richards,   la moglie di Read, dopo la morte di questi, egli si   si era, in seguito, molto pentito  di avere accettato quel titolo.